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L’Eletto dai Gazebo perde Rutelli, ma ritrova la Binetti

De Il Senatore

Non hanno ancora finito di tracannare le bottiglie di spumante, non hanno ancora finito di fare i trenini con le note di “Meu amigo Charlie Brown” e “Brigitte Bardot-Bardot” in sottofondo, che il politburo del Partito Democratico, guidato dal neoeletto Bersani, già deve fare i conti con le defezioni. A scrutinio non ancora ultimato, infatti, Rutelli ha annunciato (a Vespa) il suo addio alla creatura dei gazebo. L’ex Sindaco di Roma ha definito “assurdo” lo spostamento a sinistra del “partito mai nato”, dicendosi pronto (ma non subito) a sposare il progetto politico del crociato Casini. Una bella coppia, senza dubbio. E se Bersani rivendica con malcelato orgoglio “le radici socialiste del Pd”, dal marito della Palombelli arriva una condanna senza appello: E’ incredibile che il Pd si costruisca radici socialiste con un quarto di secolo di ritardo e molta sinistra è andata a destra”.

Però, finalmente qualcuno inizia a svegliarsi anche da quella parte, rendendosi conto che forse il Muro di Berlino è caduto da qualche decennio, e che non va molto di moda da queste parti rivendicare radici socialiste. Non siamo in Sudamerica, non abbiamo tupamari settantaquattrenni che aspirano alla leadership del Paese, non si intravede nessuna voglia di rivoluzioni rosse. Evidentemente Bersani, ancora in preda ai fumi dell’alcol per la più che scontata vittoria, pensa di essere tornato ad inizio Novecento, con settimane rosse e simili assortiti. Così ci pensa il Rutellone a rovinargli i festeggiamenti e a riportarlo alla (triste) realtà, vestendo i panni del bacchettone e del menagramo, ricordando che “dopo quindici anni era evidente che lo schema dell’Unione era finito. Bisognava cambiare tutto. E invece non è cambiato niente.

E’ stufo, a forza di mangiare pane e cicoria, di stare in un partito così strampalato, dove da una parte si fanno avances a Di Pietro e dall’altra si è sempre più attratti dalle affascinanti sirene della solista Udc del Pierferdy. “Nemmeno il Pci si era mai sognato di oscillare tra un laicismo fondamentalista minoritario e un giustizialismo caudillista. Boom, buongiorno principessa, verrebbe da dire. Meglio tardi che mai. Il letargo è durato anche troppo. Insomma, per il tosto emiliano Bersani, fresco eletto dai gazebo, arrivano già le prime grane. Ma stia tranquillo, assieme alle defezioni arrivano anche convinte adesioni al suo progetto. Dopo l’appoggio incondizionato di due donzelle con i controcazzi come la Bindi e la Turco, anche la pia Binetti ha confermato che starà dalla parte del terzo Segretario in due anni. Sono soddisfazioni. E non da poco.

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