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L’acqua che scotta e la banda non la "capimu"

 


 

Vorrei sottoporre in evidenza due questioni apparentemente di routines, ma per me di valenza culturale.

Il 6 novembre è stato approvato l’articolo 15 del decreto che privatizzano i rubinetti d’Italia. E’, per me, di una sconcertante e inaudita violenza. E’ passato sotto silenzio sui mass-media, un salto culturale di millenni di storia, non solo patria, di principi etici e di solidarietà financo cristiani (visto che si parla tanto di cultura e
radici cristiani a proposito di crocifissi). Il bene acqua è diventata una merce! E presi dalla vergogna sia dalla costola sinistrorsa che dal corpo centrale della destra liberalista è stato persino approvato un emendamento in cui si dichiara che, con parole mie, i comuni devono privatizzare la gestione dell’acqua, ma possono partecipare alla gara d’appalto per comprare le azioni, per riprendersela, magari prendendo in prestito dalle banche i soldi e pagando gli interessi con i soldi nostri! Ma l’emendamento è solo l’aspetto parossistico della vicenda.

Rimane il fatto principale che è passato il principio e non solo questo e che, una volta si diceva a mo’ di battuta, si paga anche l’acqua che beviamo!, ora questa è diventata realtà. Rimane ancora il detto paghiamo anche l’aria che respiriamo, a quando la privatizzazione dell’aria, magari con la scusa dell’inquinamento presente e che disinquinare costa?

L’altra questione è la dichiarazione del prossimo presidente della repubblica in pectore, Gianni Letta, il quale candidamente ha dichiarato: "Non ci son soldi, gente. Niente banda larga, ma nemmeno banda".

E questo mi ha fatto ricordare che nel profondo Sud è molto diffuso l’amore per la musica bandistica. Ogni paese sia esso il più piccolo, possiede una banda cittadina o paesana fatta da musicisti che vanno dai cinque agli ottanta anni. Durante le feste padronali, si usava ed ancora si usa metter su al centro della piazza cittadina una Cassa Armonica. Una sorta di palcoscenico con tutte le luci (le luminarie), le arcate, le balonate di finto marmo fatto di cartone pressato al più


di compensato e legno, sul quale trova posto la banda cittadina che si esibisce con musiche sia di compositori indigeni sia percorrendo spericolate avventure su terreni più difficoltosi richiamando musiche e composizioni di Mozart, Beethoven, ecc ecc. I paesani ascoltano beati, qualche volta canticchiano accompagnando il trombone o i violini e sgranocchiando mandorle, pistacchi, lupini e nocelline. Il parroco del paese, non sempre accetta questa rappresentazione, molte volte i
maestri musicali fanno le loro scorribande oltre a pezzi della musica sacra, anche spesso e volentieri su sentieri più profani e meno mistici, su autori un po’ più maledetti e financo su percorsi più moderni non proprio di tipo sinfonico quanto rockeggiante o di musica un po’ più jazzistica e pop. La diatriba, sempre più freguente fra parroco e sindaco, fra profano e sacro alla fine trova sempre un giusto e sanatorio compromesso.

Cosa c’entra questo con lo stop alla banda larga? C’entra, c’entra.
Abbiate un po’ di pazienza.

Molte volte, in epoca più recente, quando le casse del comune si son fatte sempre più magre, racconta il detto paesano, il sindaco o l’assessore alla cultura si son trovati nella improba necessità di dover scegliere o la banda paesana o i fuochi d’artificio come momento epico di chiusura dei festeggiamenti del santo patrono. Ed allora per porre rimedio alla diatriba in cui si incuneava sia il parroco, sia
l’assesore alla cultura, il sindaco salomonicamente ha chiamato a raccolta i suoi concittadini nella piazza del paese a campane spiegate e rivolge loro l’amletica scelta. "Popolo di Rocca Cannuccia, volete voi la Banda o i fuochi?" E nel silenzio dubbioso ed amletico dal fondo della piazza una voce (i maligni dice che era la voce della perpetua) si leva stridula, ma ferma. "I fuechi, che la banda non la capimu!" ( vogliamo i fuochi d’artificio perchè la banda è troppo difficile da
capire!).

La scelta questa volta, senza il coinvolgimento popolare, è stata fatta. La Banda sia larga che stretta è troppo difficile da capire al di là dell’e-government sbandierato da Brunetta non lontano di due settimane fà e degli 800 mila euro già stanziati e di cosa ormai fatta base fondamentale per la sua rivoluzione nella PA.
A domanda il Brunetta non ha voluto commentare!

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