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Il tramonto del sogno occidentale

Il mondo occidentale e i nuovi Paesi Bric. Quali speranze e quali certezze.

Per la prima volta le Olimpiadi si terranno nel Sudamerica. Con l’assegnazione al Brasile i giochi olimpici, tradizionalmente sensibili alla politica, atterrano nei Paesi di recente sviluppo economico. Barack Obama e la sua Chicago risultano i primi sconfitti. Il presidente Lula da Silva inneggia al riconosciuto valore del Brasile, come nuova potenza mondiale. Con significati tassi di crescita del pil che perdurano nonostante la crisi internazionale il Brasile, pur nelle ataviche discriminazioni sociali, marcia spedito verso lo sviluppo economico e un ruolo di player non più soltanto regionale. E’ portabandiera di interessi tipici della cultura sudamericana assai lontani dalle istanze occidentali. Il Brasile assieme alla Russia, all’India e alla Cina, i cosiddetti paesi Bric, rappresentano i Paesi che nei prossimi anni avranno la responsabilità delle sorti del mondo, cioè del clima, dell’economia, della finanza, della lotta alla povertà. 

Gli Usa, con il 50% della spesa mondiale della difesa, rimarranno con un ruolo significativo anche se non più da leader.

 
Irrilevante il ruolo dell’Unione europea, all’interno del quale giocherà l’Italia, alle prese con un Trattato, quello di Lisbona, che tarda ad essere applicato per nazionalismi d’altri tempi e per invidie personali. Inoltre la semplice nomina di un presidente e di un alto rappresentante per la politica estera difficilmente assicurano l’espressione di una univoca e forte politica dell’Europa.
La Cina, ingessata dal vecchio vestito comunista, tiene a freno le spinte autonomistiche ed assicura una crescente distribuzione del reddito, in un quadro culturale e politico privo di libertà personale, dunque molto lontano dalla nostra civiltà.
 
L’India, con una spesa militare in crescita a causa dei movimenti indipendentisti e islamici interni, della minaccia pakistana e del futuro confronto geopolitico con la Cina, appare fra le nuove economie quella dotata di un maggiore impianto democratico e dunque la più capace ad esprimere posizioni condivise dall’Occidente. Anche se la Russia, seppur gestita con piglio autoritario dal regime di Mosca per garantirne l’unità territoriale, forte della sua vocazione europeista e non asiatica, fornirà anch’essa il necessario sostegno alle posizioni occidentali.
Nei prossimi anni si intensificheranno ulteriormente i legami del mondo occidentale con il blocco russo-indiano al quali si fornirà sostegno politico, giuridico-internazionale, economico e militare. Il rischio è che il blocco russo-indiano non alzi troppo la posta sul piatto del rispetto dei diritti umani, soprattutto per risolvere problemi di lotta interna. 

Commenti all'articolo

  • Di Sinigagl (---.---.---.68) 7 ottobre 2009 19:40

    Mah, prima di dire che il ruolo dell’Unione europea sarà irrilevante aspetterei qualche tempo...
    Si tratta del blocco economico più forte al mondo e il Trattato di Lisbona accrescerà il suo peso politico. Quanto dipenderà dalle personalità che ne guideranno i ruoli chiave. E questo sarà tutto da vedere.

    • Di Luigi Esposito (---.---.---.115) 8 ottobre 2009 09:07

      I dati economici rivelano che l’area europea era la locomotiva economica. Successivamente il ruolo si è spostato negli Usa ed ora si sta prepotentemente trasferendo nel continente asiatico, in India e in Cina. Inoltre le forti mediazioni politiche che hanno generato il Trattato di Lisbona di fatto limitano la nascita di una univoca e forte soggettivita europea, sempre sottoposta a precisi limiti di azione.
      Non c’è da nutrire dunque molte attese per la nostra Unione europea. Nel frattempo la repubblica cinese marcia a livelli sostenuti in termini di Pil, ipotecando sempre più energia e materie prime per i prossimi decenni. A discapito dell’Occidente.

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