• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Economia > Il Senato resuscita lo staff leasing

Il Senato resuscita lo staff leasing

Sì di Palazzo Madama al disegno di legge che torna alla Camera in terza lettura. Tra le novità anche lo svuotamento del ruolo del giudice nei processo del lavoro. Insorge l’opposizione: "È un’arlecchinata". Il sindacato: "Norme pericolose e inaccettabili".

Reintroduzione dello staff leasing e depotenziamento del ruolo del giudice nel processo del lavoro. Sono queste le principali novità contenute nel disegno di legge sul lavoro, collegato alla Finanziaria 2009, approvato oggi (26 novembre) dall’aula del Senato.
 
I voti a favore sono stati 148, quelli contrari 112 e 5 gli astenuti. Dopo oltre un anno, tanto la legge è rimasta intrappolata a Palazzo Madama, si torna alla Camera in terza lettura con diverse modifiche arrivate dalle commissioni. Tra gli ordini del giorno approvati oggi spicca quello presentato dalla Lega con cui si impegna il governo a valutare, in sede di rinnovo dei contratti del pubblico impiego, l’applicazione di un coefficiente territoriale. Se venisse applicato, sarebbe il primo passo verso l’introduzione della busta paga territoriale. Manca invece la parte sugli ammortizzatori sociali che pure era contenuta nel ddl.
 
Le novità. Arriva finalmente la delega al governo sui lavori usuranti: l’esecutivo avrà tre mesi di tempo per la revisione della disciplina. C’è però un vincolo finanziario, poiché è stato inserito “un meccanismo di priorità nella decorrenza dei trattamenti pensionistici qualora, nell’ambito della funzione di accertamento del diritto al beneficio, emergano scostamenti tra il numero di domande accolte e la copertura finanziaria a disposizione”.
 
In arrivo novità anche sulla disciplina che regola i licenziamenti: nelle controversie di lavoro, infatti, ci sarà maggiore autonomia delle parti e una conseguente riduzione dello spazio per i giudici, privilegiando il ruolo dell’arbitrato.
 
Al centro delle polemiche c’è poi la reintroduzione dello staff leasing, misura pensata dall’esecutivo soprattutto per le aziende di piccole dimensioni ma criticata perché priva i lavoratori delle tutele del rapporto subordinato.
 
Infine, l’apertura di un procedimento disciplinare nei casi assenze per malattia senza certificato, e il part-time revocabile quando emergono esigenze nuove da parte dell’amministrazione in cui lavora il dipendente a tempo parziale.
 
Commenti. Per il relatore Maurizio Castro (Pdl) si tratta di “un provvedimento organico, in grado di incidere positivamente sulla crisi economica in atto". Di diverso avviso l’opposizione. Per il Pd, in particolare “è grave la decisione di differire l’urgente riforma in senso universalistico degli ammortizzatori sociali”.
 
Il Partito Democratico ha poi sottolineato in aula che la riforma del processo di lavoro va nella direzione opposta a quella dell’auspicata semplificazione e che le norme sulla certificazione e l’arbitrato sono esposte a pronunce di illegittimità della Corte costituzionale. Critiche sull’impianto complessivo arrivano anche dall’Italia dei Valori, secondo cui si valorizza l’autonomia di parti sociali con differente forza contrattuale, sbilanciando ulteriormente a favore della parte datoriale il rapporto di lavoro.
 
“Norme pericolose e inaccettabili”. È questo il giudizio della Cgil sul ddl 1167. Sul processo del lavoro, afferma una in una nota il sindacato di Corso Italia, “si relega il giudice alla sola verifica dei requisiti formali degli atti in materia di licenziamenti, trasferimenti d’azienda, smantellando così l’idea del diritto del lavoro”. Ancora: “Si resuscita scorrettamente lo staff leasing, che la legge di recepimento dell’accordo del 23 luglio 2007 aveva cancellato senza che nessuno, nemmeno le imprese, se ne dolesse; si riaprono i termini per l’esercizio delle deleghe contenute nella legge 247/07 (relative alla riforma degli ammortizzatori sociali, dell’apprendistato, dei servizi all’impiego, degli incentivi al lavoro, per l’occupazione femminile), lasciate volutamente scadere con un giudizio negativo dal governo lo scorso dicembre”.
 
Con ciò, prospetta la Cgil, “si punta, con tutta evidenza, ad un contenitore già esistente in cui convogliare i contenuti del Libro bianco, fondati su una visione radicalmente antitetica ai principi delle deleghe”.

Commenti all'articolo

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares




Ultimi commenti