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Il decimo rapporto nazionale sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza palesa una situazione sconcertante

La devastazione mediatica della tv spazzatura ha dato tutti i suoi frutti; stiamo crescendo nuove generazioni di futuri disadattati. I nostri adolescenti bruciati dal delirio trasmesso via etere vorrebbero essere da grandi ricchi sportivi (purtroppo l’elemento essenziale che attira gli adolescenti è la ricchezza smisurata e non tutti quegli aspetti positivi e costruttivi che caratterizzano lo sport) o veline, ovvero coloro che la società dell’immagine ha mitizzato.

Certo è che ponendosi dal punto di vista di un quattordicenne che guarda mediamente quattro ore di tv spazzatura al giorno, non legge nessun libro, va poco al cinema, non ha idea di cosa sia un teatro, ritiene che visitare un museo o una mostra sia tempo perso e che soprattutto non riceve nessun insegnamento dai propri genitori simil fratelli, non si potrebbe giungere a conclusione diversa.

Ecco cosa siamo stati capaci di fare coltivando la società dell’immagine e relegando la conoscenza ad una sempre più ristretta élite colta e raffinata, che pur non disdegnando la mondanità ha ancora profonde radici culturali e granitici valori come l’amore per l’arte, la letteratura, il teatro ed il buon gusto. L’Italia è quanto mai divisa in una massa informe d’illetterati ed una ristrettissima élite della conoscenza.

Le cause sono molteplici e trovano radici profonde nella società dell’immagine, nel sistema televisivo basato sulla pubblicità e nella tendenza della politica a creare una massa informe e acritica di elettori non pensanti.

I tagli sconsiderati all’istruzione, che corrispondono ad una riduzione di ore nelle materie fondamentali, ovvero la matematica e la lingua italiana nella fase intermedia della carriera scolastica, sono un chiaro esempio degli intenti dei nostri governanti.

Non manca poi il “buon esempio” su quali siano le modalità migliori per ottenere una posizione ben pagata, ovvero concedere le proprie grazie per le giovani donne ed esser disposti a tutto per i ragazzi.

Viste queste premesse e la costante delegittimazione di posizioni essenziali dello Stato come i docenti, i ricercatori, i magistrati e gli operatori dei Beni Culturali non scandalizziamoci poi della deriva dei nostri giovani.

Vorrei però chiedere a quei genitori, sempre pronti a scagliarsi contro la scuola ed i professori che non capiscono i propri splendidi pargoli, di farsi un esame di coscienza prima di blaterare a vanvera sulle congiure tramate contro i loro geni incompresi che sono sempre tanto bravi ragazzi.

 

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