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Il caso: su internet il testo della canzone sanremese del Principe, il pupo e il tenore

Non può essere vero. Gianluca Neri, ovvero il signor Macchianera, giura e spergiura sul suo FriendFeed che non si è inventato niente, che quello che canteranno Pupo, Emanuele Filiberto e Luca Canonici a Sanremo è il testo che lui ha pubblicato sul suo sito, ma noi non vogliamo crederci. Non vogliamo credere che il testo di “Italia amore mio”, cantato da loro (con tutto il rispetto per Pupo, il gelato al cioccolato e anche per Firenze Santa Maria Novella, insomma...) possa essere stato scelto per Sanremo.
 
Qualche giorno fa si parlava dei giovani, dei loro testi, delle scelte che erano state fatte, ma ora non possiamo che fare una cosa: chiedere scusa! Chiedere scusa è l’unica cosa che possiamo fare nei confronti di questi ragazzi che hanno cotanti senior da imitare. Ovviamente diamo per buona la versione di Gianluca Neri e del suo Macchianera e di Laffranchi (Corriere) che conferma sempre su FriendFeed e Zucconi che lo riprende nel suo blog, e soprattutto della parola di Neri che sul sito scrive: “Trattandosi di Macchianera, è una di quelle notizie che, comprendiamo, uno spera siano inventate. E lo spera specialmente in un caso come questo, ovvero un testo finto innocuo talmente reazionario che, al confonto, il Giornale di Feltri sembra i Ragazzi della via Paal. E invece no: è tutto vero”.
 
“Io credo sempre nel futuro, nella giustizia e nel lavoro, nel sentimento che ci unisce, intorno alla nostra famiglia. Io credo nelle tradizioni, di un popolo che non si arrende, e soffro le preoccupazioni, di chi possiede poco o niente” canterebbe Pupo nella prima strofa seguito dal Principe che con queste parole cerca di riconciliarsi con il Belpaese, anche se ormai un ballo e un Casini lo hanno sdoganato in pieno: “Io credo nella mia cultura e nella mia religione, per questo io non ho paura, di esprimere la mia opinione” canta il bel (?) principe. Ma il peggio viene dopo.
 
Dopo un altro paio di strofe abbastanza mielose e abbastanza cuore-amore, il capolavoro. Il Principe canterebbe la sua infanzia e i suoi ricordi: “Ricordo quando ero bambino, viaggiavo con la fantasia, chiudevo gli occhi e immaginavo, di stringerla (l’Italia ndr) fra le mie braccia” e Pupo risponde un, ce lo lasci dire, improbabile: “Tu non potevi ritornare pur non avendo fatto niente, ma chi si può paragonare, a chi ha sofferto veramente”.
 
Le polemiche sul rientro dei Savoia ormai ce le siamo lasciate alle spalle, come detto Emanuele Filiberto è stato sdoganato, ha ballato, si è dimenato, ha vinto, si è candidato, ha perso, ha provato tutto, anzi gli mancava cantare e Pupo si è chiesto: perché no? “Certamente ho la passione per cercare di ottenere il meglio dai miei collaboratori e dalle persone che amano e ambiscono a fare questo mestiere”, dice all’Adnkronos... un talent scout insomma.
 
Ora non ci resta che aspettare Sanremo, ascoltare i giovani, poi la canzone di Povia sul caso Englaro, e chissà forse anche su quel cattivone del padre che l’ha ammazzata (dopo “Luca era gay” ormai ci aspettiamo di tutto), per poi riconciliarci con la nostra bella Italia ascoltando il principe, il pupo e il tenore che cantano queste belle strofe. Tanto le valige le avrete sicuramente già preparate.
 
Credits Foto: televisionando.it

Commenti all'articolo

  • Di Renzo Riva (---.---.---.111) 20 gennaio 2010 00:18
    Renzo Riva

    E’ ora di restituire l’Italia a chi l’ha voluta e creata davvero: Casa Savoia.

    La prova deludente della recente storia repubblicana ne legittima la restituzione ai Savoia ai quali fu sottratta per in "colpo di Stato" perpetrato fra il 12 ed il 13 Giugno 1946 come scrisse e inoltrò per il riesame alla commisione della camera dei deputati il ragioniere maresciallo a riposo Catanzaro Giuseppe di Cammarata (AG).
    Mandi,
    Renzo Riva
    Socialista Monarchico

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