Nonostante ormai sia passata quasi una settimana dall’annuncio a
sorpresa di Google di abbandonare il mercato cinese, ancora non si
hanno indizi su quanto accadrà nel prossimo futuro.
Repubblica.it annuncia di avere contattato una fonte autorevole di Mountain View che avrebbe confermato che "Google non vuole andare via dalla Cina, ma si opporrà a qualunque forma di filtro". Sul blog ufficiale di Google non appare alcuna dichiarazione successiva a quelle di Drummond, l’avvocato del motore di ricerca americano. Per ora quindi continuano a mancare informazioni sufficienti per poter offrire qualche risposta soddisfacente.
Se Google dovesse rimanere senza condizioni, avrebbe danneggiato irremidiabilmente le relazioni con il governo cinese, come suggerische l’analista di JPMorgan, Dick Wei, e potrebbe essere soggetto ad ulteriori restrizioni. Secondo l’analisi di Wang Jinjin, di UBS, il risultato delle minacce potrebbe avere danneggiato l’immagine di Google presso gli inserzionisti cinesi. Ecco che allora le ferite procurate dallo strappo di Google potrebbero rimarginarsi solo con il tempo.
E’ vero però che Google ci ha abituati a continui colpi di scena. Nella giornata di sabato si è registrato anche uno scontro interno alla famiglia Yahoo. Il partner cinese di Yahoo, Alibaba, di cui la compagnia americana detiene il 40%, ha definito "temerarie" le dichiarazioni di supporto pronunciate da Yahoo nei confronti di Google.
L’intera cronaca della vicenda, che abbiamo seguito in diretta, la trovate così suddivisa:
La censura in Cina sarà l’articolo di copertina del numero di Marzo/Aprile 2010 di SINTESI, stiamo seguendo la questione Google da vicino, sarà interessante vedere gli sviluppi diplomatici della vicenda.
Non ci saranno sviluppi eclatanti. I miei amici cinesi, piu’ pragmatici e smaliziati di me, dicono che i soldi in ballo sono troppi, e che alla fine troveranno una mediazione che salvi la faccia a Google e al governo cinese. goggle avra’ fatto finta di ribellarsi, e il governo contimuera’ ad esercitare le sue funzioni. Con tanti saluti, e tanti soldi a tutti