• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Economia > Crisi & Politica. I comunicati Istat sulla situazione economica

Crisi & Politica. I comunicati Istat sulla situazione economica

L’arma migliore a disposizione della stampa per provare l’incapacità dell’attuale compagine di governo, dai sottosegretari ai ministri e fino al Presidente del Consiglio, è rappresentata, in tempi di censura delle notizie da parte della stragrande maggioranza di giornali e televisione, dai dati contenuti nei comunicati periodici sulla situazione economica del paese.

I comunicati dell’Istat sono "numeri", e in quanto tali rappresentano un punto fermo nella nostra analisi al di là di qualsiasi condizionamento politico o ideologico, sono tabelle dalle cui letture si può tentare di ricostruire, nella maniera più obiettiva, la realtà della situazione economica e sociale in cui noi tutti viviamo, condividendo la nostra storia, la nostra cultura, e soprattutto il nostro destino.

Le "chiacchiere" politiche le mettiamo un attimo da parte, il mio intento è quello di approfittare della disponibilità della redazione di AV per tentare di mettere insieme i comunicati del nostro Istituto di Statistica, e attraverso un loro confronto con i provvedimenti di politica economica a firma "Giulio Tremonti" , tentare di capire il sentiero tenebroso e sterile della "Crisi".

Di fronte alle Nazioni Unite il nostro premier ha sotenuto lo stesso "delirio" che va ripetendo da un anno a questa parte in Italia: <<la crisi è soprattutto un fattore psicologico>>.

"25 settembre 2009 - Vendite del commercio fisso al dettaglio: -2,6"


Oggi l’Istat ha diffuso il comunicato sul "Valore del commercio fisso al dettaglio" riferito al mese di luglio 2009, si tratta del rapporto sullo stato delle vendite dei piccoloi commercianti, "alimentari" e "non alimentari", e della "Grande distribuzione".

Mentre nel mese di giugno il Totale delle vendite si attestava a -0,8% rispetto allo stesso mese del 2008, a luglio la situazione precipita a -2,6% rispetto ad un anno fa. 

Mentre nel mese di giugno un incoraggiamento veniva dai dati sulla Grande distribuzione che faceva segnare un più 0,3 per cento sul totale delle vendite annuali, i dati di luglio colpiscono anche i grandi centri commerciali dagli ipermercati ai discount e i supermercati, che registrano una flessione dello 0,8%.

Mentre a giugno le vendite hanno registrato un aumento nelle imprese con almeno 50 addetti, +0,7% ( unico settore con il segno positivo rispetto alle aziende con fino a 5 addetti -2%, e a quelle dai 6 ai 49 addetti -1,2% ) - a luglio la crisi morde anche le aziende più grandi ( con almeno 50 addetti ) che fanno segnalare un -0,7% delle vendite (-4,3 per le aziende fino a 5 addetti, -3,1 per le aziende dai 6 ai 49 addetti).


Il dato inquietante è il continuo crollo delle vendite alimentari, -2,1% rispetto a luglio del 2008, e che continuano a danneggiare i piccoli commercianti al dettaglio che rappresentano la colonna portante degli acquisti degli italiani, - ma preoccupa che il crollo a luglio abbia interessato anche la Grande Distribuzione, -1,2%.

"Analisi"

La crisi colpisce gli italiani più di quanto il governo sia disposto ad ammettere, le famiglie non riescono ad aumentare le loro spese, riducono addirittura in modo marcato le spese per alimenti e non solo dai piccoli dettaglianti, ma anche nei centri commerciali, dove in genere possono acquistare a prezzi più bassi rispetto a quanto spenderebbero dai piccoli artigiani e commercianti, i quali non riescono a reagire con prezzi più competitivi e sono destinati a chiudere le attività.

Il problema occupazionale si fa in tal caso ancora più marcato, e la diminuzione delle vendite nella Grande Distribuzione non aiuta il mantenimento dei posti di lavoro per tutti gli addetti.

La Rilevazione sulle forze lavoro del secondo trimestre del 2009, diffusa dall’Istat il 22 settembre, aveva lanciato un grido d’allarme con una riduzione dell’1,6% degli occupati, che significa 378 mila nuovi disoccupati in un anno (rispetto al secondo semestre del 2008) - <<Il risultato sintetizza il protarsi della caduta dell’occupazione autonoma delle piccole imprese, l’accentuarsi del calo dei dipendenti a termine e la nuova riduzione del numero dei collaboratori>> - così si esprimeva il comunicato Istat. (Dei livelli occupazionali ci occuperemo nel prossimo articolo dove metteremo in evidenza tutti i dati disponibili ed analizzeremo la situazione meridionale che risulta a dir poco allarmante e pericolosa ai fini della stessa convivenza pacifica).

Quindi suona un altro campanello d’allarme per la politica economica del governo Berlusconi che sperava in una ripresa dei consumi nel terzo trimestre di quest’anno, i dati sulle vendite di luglio sono negative e danno segni di peggioramento, mentre il governo è in questi giorni alle prese con lo "Scudo fiscale".

Mentre il sistema economico, reale, del paese affonda nessuno mette in luce il vero fallimento del governo e della sua maggioranza parlamentare, il fallimento della sua politica economica, della sua incapacità a programmare delle misure adeguate per contrastare il fallimento di un "Sistema" fatto di spreco di risorse pubbliche, di negazione continua e dell’illusione che solo con l’ottimismo si possono sanare tutti i problemi.

I dati sull’occupazione diffusi il 22 settembre dall’Istat sono lo specchio di una popolazione lacerata dalla mancanza di lavoro e della sofferenza dell’intero Mezzoggiorno che sta pagando il prezzo maggiore in termini soprattutto sociali. 

Senza una pianificazione delle azioni da adottare, senza lo sblocco della crisi del credito aggravata dal sistema bancario, più accorto a sanare le sue perdite e i danni della sua gestione delle bolle finanziarie piuttosto che alle esigenze di commercianti e artigiani in difficoltà, senza puntare sulla ricerca e sull’innovazione tecnologica, che potrebbe approfittare addirittura dalla crisi ambientale per investire nelle forme di energia rinnovabile che ci svincolerebbe dalla pressione del reperimento delle risorse energetiche (gas e petrolio) dalle nazioni estere, e senza incentivi alle fasce di reddito più povere, a cominciare dai lavoratori dipendenti, senza tutto ciò quello che ci aspetta nei prossimi mesi sarà il raggiungimento del bordo del baratro nel quale dobbiamo evitare di farci trascinare.

Commenti all'articolo

  • Di pv21 (---.---.---.74) 26 settembre 2009 19:46

    Purtroppo anche i "numeri" possono essere scelti in funzione del messaggio che si vuol trasmettere. Sullo stesso fatto possiamo sentire differenti campane che recitano differenti numeri. Non dimentichiamo che esistono gli Untori della parola (usano anche numeri) e che siamo Travolti dalle informazioni (parole e numeri). Di certo la Crisi-Atto secondo si apre su un autunno freddo per la disoccupazione .... (c’è di più => http://forum.wineuropa.it

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares