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Argentina al mondiale. Maradona ai giornalisti: "potete anche continuare a succh..."

Rieccolo, ci mancava. Manco fosse un Cassano con qualche chilo in più, Maradona fa l’ennesima cassanata e in una conferenza stampa in diretta tv, dopo la sofferta vittoria contro l’Uruguai che porta, quasi al 90°, i biancoazzurri al mondiale del 2010 in Sudafrica.
 
In aperta guerra, da tempo, contro i giornalisti argentini che criticano il gioco, i risultati e la gestione della squadra, l’ex Pibe de Oro sbotta “potete anche continuare a succh...”! Insomma non propriamente un’espressione oxfordiana, cosa che, nel bene e nel male, l’ex capitano del Napoli non è mai stato.
 
Lo sfogo viene dopo una partita tiratissima con l’Uruguay in cui gli argentini, tra le squadre più forti al mondo, rischiavano di dover salutare la speranza mondiale e che invece, dopo il miracolo in zona cesarini di Martin Palermo nella scorsa partita contro il Perù, si affida a un altro comprimario, in una squadra di stelle, per salvare la pelle. È Mario Bolatti, centrocampista difensivo dell’Huracan, e subentrato da qualche minuto a Higuain, il nuovo salvatore della patria; è lui infatti a mettere la palla dentro all’83’ dopo una carambola in area di rigore. Dall’altra parte avranno di che recriminare soprattutto nei confronti dello juventino Caceres, espulso per doppia ammonizione, a causa del fallo da cui è partita l’azione per il gol.
 
“Mi avete trattato come mondezza, senza alcun rispetto, non ho nessuna voglia di condividere questa gioia con voi (...) Oggi siamo ai Mondiali senza l’aiuto di nessuno e con tutti gli onori” dice l’allenatore della Seleccion aggiungendo che hanno “vinto contro una grande squadra come l’Uruguay che ha dato la vita in ogni momento della partita” per poi aggiungere: “E abbiamo vinto da uomini”, se a qualcuno non fosse chiaro il concetto.
 
L’Argentina come detto, però, non veniva da un ottimo momento ed era tallonata anche dall’Ecuador (sconfitto in Cile), che aveva messo in difficoltà la nazionale argentina, in cui la stella Messi continua a non brillare. Ed è toccato ancora alla nostra vecchia conoscenza Veron prendere le redini della squadra. L’Uruguay si è resa pericolosa soprattutto nel primo tempo con tre azioni da gol, finchè i biancocelesti, si sono svegliati e hanno stretto le maglie della difesa e contemporaneamente è cresciuto il centrocampo. Secondo tempo più argentino grazie anche, oltre a Veron, a Martin Demichelis e a Gabriel Heinze. Fino al gol risolutore.
 
Sante le parole di Veron a fine partita: “Ora serve un’analisi profonda e deve riguardare tutti, dal presidente Grondona all’ultimo giocatore della squadra», ha detto l’ex giocatore di Lazio e Inter. «La nostra migliore caratteristica è stata la determinazione. Abbiamo ottenuto la qualificazione che era il nostro obiettivo, ma dovremo giocare molto meglio di come abbiamo fatto finora”.
 
All’Uruguay per sperare di raggiungere Maradona in Africa toccherà battere, nello spareggio, il Costa Rica a novembre

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