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8 miliardi di euro: in Italia, una cifra ricorrente...

Leggendo e rileggendo fra le informazioni, recenti e meno, c’è una cifra che ricorre e si rincorre di Governo in Governo. Il numero è 8. Gli zeri, portano la cifra a miliardi.

Leggendo e rileggendo fra le informazioni, recenti e meno, c’è una cifra che ricorre e si rincorre di Governo in Governo. Il numero è 8. Gli zeri, portano la cifra a miliardi. Otto miliardi quindi.

Fu questa la cifra dichiarata alla fine del 2007 dal precedente Governo Prodi relativa ad un extragettito derivato da una azione mirata contro l’evasione fiscale. In un primo tempo, furono molte le dichiarazioni, sia da parte di Prodi che del vice premier Rutelli e del Ministro delle Finanze Padoa Schioppa, che confortarono per un po’ le speranze degli Italiani. In un primo momento. Il Governo parlò di “ridistribuzione dell’extragettito – come da normativa vigente – nelle tasche degli impiegati” Poi si parlò della volontà di voler diminuire il peso fiscale sulle spalle dei contribuenti, agevolare le imprese, sanare lo scandalo delle immondizie, e persino rimettere un po’ a posto i conti pubblici.
 
Tutta l’Italia attese. Di veder materializzarsi un desiderio: quello di recuperare un po’ di denaro dal tanto versato e preso da una economia, quella dei privati, sicuramente mai troppo generosa e soddisfacente. Si crearono progetti su progetti. Interviste televisive, se ne parlò un po’ ovunque ed attraverso i vari canali mediatici. Man mano, tante altre dichiarazioni, sull’eventuale gettito anche a beneficio delle categorie meno abbienti. Il tempo trascorse, fra una intervista ed un qrticolo della stampa. Il tesoretto entrò a pieno titolo nelle case degli italiani, anche se solo ed esclusivamente a livello teorico e mediatico. Pian piano, se ne persero i contorni netti, le varie possibilità, l’effettiva ridistribuzione.
 
Arrivò il tempo di campagne elettorali. Iniziò immediatamente una campagna di contro informazione da parte dello stesso Padoa Schioppa che da Bruxelles inziò a diramare dichiarazioni sulla non esistenza del tesoretto in questione. Si ritirarono dichiarazioni e promesse elargite solo a voce. Si rimise in discussione l’entità setssa dell’extra gettito. Insomma: il tesoretto tanto proclamato, discusso, promesso, desiderato, cadde nel calderone dei conti pubblici, oltretutto a quanto sembra, senza nemmeno colmare troppo i buchi economici del Paese. In effetti, durante un incontro dell’Eurogruppo di Bruxelles, si rilevò addirittura una falla nei conti Italiani relativi agli anni 2007 e 2008, ove era palese una crescita del deficit al 3%. In pratica, si evinse che in effetti, per l’anno 2007, parte dell’extragettito (65%) era stato generato non dal recupero fiscale bensì dall’andamento del PIL e non fu calcolato che, in caso di crescita rallenatata, il bilancio pubblico non avrebbe di conseguenza generato aumenti nelle entrate.
 
 Questo mise a tacere persino una normativa che vorrebbe appunto che, qualsiasi extragettito generato dal recupero fiscale venga rimesso a disposizione dei lavoratori dipendenti. Otto miliardi di cui si parlò per mesi, negati poi persino da chi li aveva dichiarati. Arriviamo al presente, ed il numero otto, torna nelle pieghe dell’economia Italiana. Questa volta si parla del post sisma in Abruzzo. Fra dichiarazioni delle prime ore, denaro versato spontaneamente dai contribuenti per supportare la ricostruzione delle aree colpite dal sisma - peraltro mai palesate fino ad oggi - e misure e contromisure del Governo, ecco riapparire la magica cifra otto: o meglio, otto miliardi. Verso fine Aprile 2009 infatti, il Consiglio dei Ministri ha varato un decreto Legge per sostenere le zone terremotate. Otto miliardi la cifra stanziata, di cui 1,5 miliardi per le emergenze e 6,5 miliardi per la ricostruzione. Le prime dichiarazioni da parte del Governo, in Aprile, hanno confortato la cittadinanza italiana, considerando che il Premier Berlusconi ha rassicurato tutti, terremotati e meno, sull’assoluta volontà innanzitutto di non oberare di nuove tasse i contribuenti e poi di portare avanti un progetto di ricostruzione fattibile anche attraverso lo spostamento di investimenti e tagli agli sprechi individuati nella finanziaria triennale. Fra le misure del Decreto, lo stesso Ministro Tremonti, ha dichiarato la sospensione del versamento dei contributi previdenziali e dei premi per l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni e le malattie professionali.
 
Fra l’altro proprio per evitare spese superflue da parte del mondo politico, viene spostata all’Aquila la sede del prossimo G8 con “garanzia di un risparmio di almeno 220 milioni di euro”. Il decreto in breve tempo, viene chiamato “Abracadabra” ed il motivo è presto spiegato. In realtà, andando a leggere il decreto in questione, il N° 39, la cifra stanziata è minore rispetto a qualla dichiarata, e nella realtà dei fatti è pari a 5,8 miliardi di euro. Inoltre, questo importo non viene messo a disposizione nell’immediato, bensì “spalmato” il 2009 ed il 2032. Un lasso di tempo enorme, per cui molti forse, non vedranno compimento per limiti di età. Di questi 5,8 miliardi, 1,152 miliardi verrebbero resi disponibili quest’anno, altri 539 milioni nel 2010, 331 milioni nel 2011, 468 milioni nel 2012, e via decrescendo nell’ordine di poco o nulla fino al 2032.
 
Approfondendo poi la lettura del Decreto in questione, appare poco chiaro tutto il meccanismo, in considerazione delle rassicurazioni che pervengono dal Ministro Tremonti, che si fregia del merito di: “non aumentare le accise su benzina e sigarette, senza aumenti di tasse, ma spostando i fondi da una voce all’altra del bilancio”.Leggendo oltre, troviamo il capitolo: “Disposizioni di carattere fiscale e di copertura finanziaria” che rende ancora più inquietante il Decreto.
 
All’articolo 12 infatti, intitolato “Norme di carattere fiscale in materia di giochi” si rilevano azioni da cappello a cilindro che poco hanno a che fare con modalitèà tecniche degne di un comparto economico serio ed efficiente, Sembra che 500 milioni di fondi arriveranno, entro 60 giorni dal varo del decreto, da “nuove lotterie ad estrazione istantanea”, “ulteriori modalità di gioco del Lotto”, e nuove forme di “scommesse a distanza a quota fissa”. Un po’ come giocare sulla pelle dei terremotati ed attendere che la sorte sortisca effetti benefici. Oltretutto, scorrendo oltre il Decreto, si scopre che altre risorse economiche, di circa 4 miliarsi di euro entro il 2013, verrano attinte dal FAS, il fondo per le aree sottosviluppate, che in realtà è divenuto una sorta di porcellino salvadanaio da cui il Governo trae cifra dopo cifra il denaro che di volta in volta necessita a tappare qualche buco, con buonapace dei territori che necessitano di maggiori afflussi economici a garanzia di un possibile e veritiero sviluppo.
 
Ma non finisce qui, perché fra cifre che si rincorrono sulle pagine del decreto, ecco apparire anche una mini-manovra sul prezzo dei farmaci di circa 400 milioni di euro e l’appropriazione dei “bonus famiglia” non reclamati che confluiranno nel calderone abruzzese invece di sostenere altre famiglie disastrate, se non dal sisma. Da una economia sempre più carente per i cittadini. Ergo, otto miliardi sventolati come vessillo chge a bemn guardare, non solo non esistono ma bisognerà controllare che non sortiscano, come sempre, da nuove prerssioni fiscali.
 
Il tempo, ci darà ragione, nel caso. Di otto in otto, senza predere il controllo ne la trebisonda, è di pochi giorni fa un’altra notizia che vede protagonista questo numero divenuto ormai popolare nei conti economici italiani. Otto miliardi, anche stavolta, ma non di stanziamenti. E’ questa l’emtità del brusco taglio ai finanziamenti per la scuola pubblica. Un contraccolpo che ferisce a morte il settore dell’istruzione, lasciando tutti – insegnanti e studenti – senza nemmeno quel poco fiato rimasto per denunciare una palese azione contro qualsiasi volontà di sostenere un comparto così fondamentale per la nazione come quello della formazione pubblica. Questi ennesimi otto miliardi, vengono di colpo tolti al comparto dell’istruzione pubblica a totale vantaggio delle scuole private paritarie, ove peraltro troviamo coinvolta la stessa Chiesa Cattolica con i tanti istituti da essa gestiti. Su questo drastico taglio, alla Camera maggioranza ed opposizione si sono trovate mediamente d’accordo, adducendo la spiegazione che, gli uistituti paritari rendono una maggiore libertà di scelta delle famiglie, fra istituti pubblici e paritari. A quanto pare nel comparto Isturzione, l’iniziativa privata viene maggiormente supportata, da tutte le fazioni politiche italiane. Il dubbio che la convenienza rientri pesantemente, rispetto alle necessità dei cittadini, permane.
 
Otto miliardi, una cifra assai ricorrente in Italia. Fra dati sbandierati, promesse mai confortate dai fatti, tagli drastici e polemiche. Quasi una sorta di codice segreto della Politica, che potrebbe attraverso questo numero, scambiarsi una sorta di messaggio: “Qui non ci sono soldi. Qui non si troveranno fondi”. Quest’ultima conisderazione, chiaramente, è fantapolitica, sebbene gli accadimenti sopra riportati parlano molto più chiaramente di come il mondo politico ed economico del nostro Paese, sembri più un atto teatrale poco gradito agli spettatori che una vera organizzazione a sostegno del Paese. Vedremo se il numero otto, tornerà a far parlare di se. Nel frattempo, giocatevelo al Lotto: non si sa mai. Potrebbe farvi trovare qualche centesimo in più uin tasca.
 

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