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50 anni di calcio riassunti in una frase?

Sembra quasi il colmo eppure è così: in occasione dei 50 anni della celebre trasmissione "Tutto il calcio minuto per minuto", oltre a Radio Rai che ha onorato alla grande la ricorrenza facendo riascoltare tante delle celebri voci che hanno contraddistinto le domeniche sportive, anche Sky (l’opposto possiamo dire in termini di funzionamento ) ha voluto rendere omaggio, a suo modo. Ci ha pensato Fabio Caressa, passato nelle vesti di presentatore e non più di cronista (secondo lui la gente si era stancata di sentir urlare durante le partite, un autogol al suo stile?) a manifestare per primo tutta l’ammirazione verso la trasmissione, collegandosi con Firenze dove c’era Riccardo Cucchi, uno degli immortali e sicuramente fra i migliori del calcio in radio. Successivamente a concedere parole d’onore è stato Marco Foroni, altro telecronista televisivo, che però ha concluso, con ironia o no lo sa solo lui, con queste parole: "Ma ricordatevi che Diretta Gol è meglio, perchè noi i gol li facciamo vedere". Ora, a parte la bassissima quantità di umorismo contenuta in una frase del genere, c’è lo spunto per una riflessione più importante inerente la dichiarazione. Siamo davvero sicuri che sia meglio farli vedere i gol piuttosto che ascoltarne invece la dinamica?
 
"Tutto il calcio minuto per minuto" continua a mantenere la sua importanza, nonostante molte delle voci celebri non ci siano più, (Carosio, Ameri, Ciotti) rimane comunque un’esperienza unica per lo spettatore. Il modo di raccontare il calcio è cambiato, una volta c’era un vero e proprio racconto dell’evento sportivo, una sorta di romanzo popolare che non lasciava soli milioni di persone, le quali entravano in un contatto diretto con lo speaker e lasciavano che l’immaginazione, quella di ognuno, prendesse il sopravvento. Tanti avranno immaginato i campi di calcio, tanti le azioni, tanti le dinamiche mentre contavano le palpitazioni che si sovrastavano fra un collegamento e un altro. Oggi invece cosa abbiamo? Una quantità industriale di calcio distribuita su tanti canali, una piattaforma come Sky, che trasmette tutte le partite accompagnate da telecronache molto spesso "fuori dagli schemi". Urla, sfottò, critiche personali, esultanze prolungate e fastidiose, il tutto in nome dello spettacolo o di un processo di narcisismo individuale che ha decisamente messo in secondo piano l’evento sportivo. Dall’altro lato abbiamo programmi sportivi, che alternano giornalisti di gossip e veline scalda sedia, che fanno da cornice a un salottino di ingiurie e urla, con l’intento di raccontare il calcio, anche se di questo ce n’è ben poco. 50 anni sono molti, tanti di quelle voci non ci sono più, quelli che portano però avanti la tradizione sono Cucchi e Repice, due dei maggiori radiocronisti che si intervallano insieme a tanti altri. La trasmissione, così come il mezzo che l’ha creata, perde a favore della potenza mediatica della televisione. Montanelli diceva: "Tutto il calcio minuto per minuto, la più meritoria delle trasmissioni, che Dio ce la conservi". Una speranza che si affievola sempre di più
 

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