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Il governo contro la libertà di stampa

Il senatore Gianni Berrino di Fratelli d’Italia ha presentato una proposta che ci riporta ai tempi del fascismo, Vorrebbe introdurre il carcere per il reato di diffamazione, così da scoraggiare i giornalisti sgraditi al governo che osano portare avanti inchieste di reati di corruzione, malaffare e collusione con la malavita organizzata.

Un proposta che contrasta con le leggi internazionali che vietano che un giornalista possa finire in galera per aver diffuso notizie vere ma che qualcuno fa passare per diffamazione. Un cavillo che negli ultimi tempi sta diventando il pretesto per censurare la libertà di stampa, imbavagliando la stampa e calpestando l’articolo ventuno della Costituzione Italiana che pare essere invisa a un governo guidato da una premier educata dalle ideologie “fascistissime”.

La proposta censoria di Berrino arriva dopo gli attacchi al pluralismo dell’informazione, ai tentativi di egemonizzare la televisione pubblica, al divieto di pubblicare le ordinanze giudiziarie, alla violazione della tutela delle fonti di informazione, alle querele bavaglio contro giornalisti, autori, disegnatori, intellettuali che osano pensare con la propria testa, criticando le scelte di un esecutivo che giorno dopo giorno sta mostrando il suo vero volto da regime.

Si tratta di una sfida aperta non solo al diritto dei cittadini di essere informati in modo corretto sui maneggi del governo. Si tratta di ridurre i media da “guardiani del potere” a “servi del potere”. Andando contro anche alle direttive dell’Unione Europea sulla libertà di stampa e sul divieto assoluto di censurarla, come se fossimo non in Italia, ma nei Paesi a dittatura totalitaria, introducendo il carcere per i reati di diffamazioni così da abolite il diritto di cronaca.

Le situazioni non si ripetono mai uguali. Assumono sempre forme e sembianze diverse, ripresentando fantasmi che sembravano essere stati cacciati per sempre. Spettri del passato che ci ricordano che tra le leggi fasciste ci furono proprio quelle contro la libertà di stampa, la devastazione delle redazioni invisi a Mussolini. Il dittatore che, secondo Giorgia “ ha fatto anche cose buone”. Come la censura della stampa e, ovviamente, la guerra mondiale. 

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