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Yanukovich e Tymoschenko si contenderanno la Presidenza della Repubblica ucraina al ballottaggio

Il Presidente uscente Yushenko si ferma ad un modesto 5%, a sorpresa invece la Premier Tymoschenko supera il 26% e si presenta al ballottaggio con ottime chances.

"Il pesce va a nuotare dove l’acqua è più profonda”: con questo tradizionale detto popolare venerdì scorso gli ucraini hanno commentato l’ultimo discorso televisivo di Viktor Yushenko da Presidente della Repubblica ex-sovietica che li metteva in guardia dal pericolo rappresentato da un possibile riavvicinamento a Mosca del suo successore.
 
Questa nazione, porta verso Occidente dell’Europa slava, ha assistito ad una riduzione, nel 2009, del Prodotto Interno Lordo pari al 15% con conseguente aumento esponenziale della povertà. Questo giustifica la biblica emigrazione, spesso clandestina ed irregolare, verso le più sviluppate nazioni dell’Unione Europea, degli ucraini molte volte purtroppo costretti dalla fame, se giovani donne piacenti o minori, a vendere i propri corpi in qualche bordello o marciapiede di Roma, Milano, Parigi o Berlino.
 
Date queste premesse era logico prevedere che il Presidente uscente Viktor Yushenko, che per anni ha ubriacato i propri concittadini con il sogno di un’imminente integrazione dell’Ucraina nella Nato e nell’Unione Europea, non potesse andare, al primo turno delle elezioni presidenziali svoltosi ieri, oltre un modesto cinque per cento.
 
Meglio è andata alla bella Yulia Tymoschenko, politico molto abile nelle giravolte richieste dall’esercizio di un potere profondamente corrotto e contiguo alla temibile mafia autoctona.
 
Nata politicamente all’ombra dell’ex Capo di Stato filo-russo Leonid Kucma, la Tymoschenko nel 2004 passò nelle fila del filo-occidentale Viktor Yushenko guadagnandosi l’appellativo di “pasionaria della rivoluzione arancione” dopo aver chiamato a raccolta i giovani suoi connazionali a Kiev per contestare i brogli elettorali di Yanukovich, già suo antagonista cinque anni fa.
 
Nominata Premier fu però molto abile e scaltra nello scaricare il Presidente Yushenko, rinnegare il proprio passato rivoluzionario e riavvicinarsi a Mosca dopo che l’ingenuo suo Capo di Stato fomentò il colpo di mano georgiano contro il potente “orso” russo nell’estate del 2008.
 
Oggi però anche Mosca è divisa tra il sostegno, al turno di ballottaggio del 7 Febbraio, alla Tymoschenko o al da sempre fedele Viktor Yanukovich, super-favorito alla vigilia che ieri però non è andato oltre uno scontato 37% dei voti riuscendo a distaccare la “ex-pasionaria” di appena dieci punti percentuale.
 
Ago della bilancia in vista del ballottaggio rimane dunque il banchiere, già a capo dell’Istituto nazionale di emissione, Serghei Tighipko, che ieri ha conseguito un assai lusinghiero 15% dei voti. Forse il banchiere appoggerà la Tymoschenko in cambio dell’eventuale nomina a Premier ma, come in un gioco di scacchi in cui si sa come eccellano i popoli slavi, Yanukovich ha già pronta la sua mossa che consiste nell’appoggio alla sua candidatura da parte del magnate ucraino Rimat Ahmetov, Presidente del più significativo club calcistico del Paese, quello Shaktar Donetzk gloria della città di cui Yanukovich è originario.
 
Purtroppo però ieri alcuni gravi incidenti, causati da estremisti anti-russi georgiani falsamente indicati come giornalisti, proprio nella città di Yanukovich, hanno impedito a molti sostenitori di quest’ultimo di recarsi ai seggi; mandante la Tymoschenko.
 
In questo clima poco rassicurante, dunque, l’Ucraina si accinge a tornare alle urne, per il turno di ballottaggio, il prossimo sette febbraio. La posta in gioco è alta: messo da parte il sogno di Kiev di entrare a far parte in poco tempo della Nato e dell’Unione Europea, rimane da risolvere il gravissimo problema della recessione economica, della fame e della povertà.
 
Sullo sfondo, a guisa invece di tema internazionale, rimane la necessità di instaurare nuovi e più rilassati rapporti con Mosca per assicurarsi quegli approvvigionamenti energetici che sinora, a causa delle ricorrenti tensioni tra Ucraina e Russia, non sono stati forniti dalla Russia con regolarità. A farne le spese non solo Kiev ma tutto l’Occidente europeo. Forse per questo, segretamente, l’Unione Europea tifa per Yanukovich.

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