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Un Paese senza logica

Ieri sera, nella tranquillità dell’ora tarda, mi sono trovato a cercare di leggere quanto sta accadendo nella politica dei nostri giorni. Ho provato a leggere con gli occhi di un normale cittadino di altri Paesi che legge un normale quotidiano italiano. Provare questo esercizio non ha che una conclusione: siamo davvero un Paese che ha perso ogni senso logico!
 
I nostri politici ormai parlano apertamente di baratti di potere, di difesa degli interessi dei potenti a scapito di tutti noi o di qualsiasi altro valore, così, senza vergogna, senza neppure mascherare con quel minimo di pudore che dovrebbe accompagnare atti e dichiarazioni inerenti al pubblico: io ti do una poltrona e allora tu mi approvi la leggina ad personam, non mi dimetto neanche se dichiarato colpevole, l’immunità è un diritto degli "eletti" e necessaria per governare (come se governare onestamente nell’interesse di tutti sia un’opzione non percorribile). E mille esempi di una politica impazzita, ripiegata su se stessa e sulla difesa dei suoi diritti e della sua onnipotenza.
 
Il popolo italiano, sempre più dormiente, sempre più anestetizzato da un tv spazzatura finalizzata alla riconversione degli italiani in un gregge di consumatori disillusi e disinformati, subisce mille soprusi, mille ingiustizie, assiste alla distruzione del Paese, della giustizia, dei valori basilari di una società civile ed educata, sposa il successo come fine ultimo, senza badare se ottenuto lecitamente nel rispetto dei diritti civili e dell’onestà.
 
Un ragazzo di vent’anni intervistato da un giornale dichiarava che il nostro Premier può essere disonesto, ma è comunque un imprenditore di successo e quindi il meglio che ci vuole per governare "l’azienda statale"! Ma siamo impazziti? Lo Stato non è un’azienda, è molto di più.
 
Uno Stato è la casa dei cittadini, e se riuscissimo a ragionare non penso che in molti sceglieremmo un amministratore corrotto e disonesto. Ma a che punto siamo arrivati se i nostri figli non conoscono e non riconoscono i valori dell’onestà, della solidarietà, della giustizia e della giustezza della pena, del diritto al lavoro, del diritto allo studio e all’assistenza?
 
Vergognamoci, tutti, stiamo lasciando ai nostri figli un’eredità che peserà come un macigno sul loro futuro, li stiamo abbandonando in un Paese di cui non si può più essere fieri, ma di cui bisogna solo vergognarsi per il decadimento di valori in cui la nostra fame di successo e di affermazione lo ha trascinato, in cui i nostri figli preferiscono e idolatrano il successo ignorante di un calciatore, in cui le nostre figlie sognano di fare le veline, a qualsiasi costo.
 
Scusa figlia mia, scusami se non sono stato capace di prepararti un Paese onesto, un futuro migliore. Ma chi come me ha ancora rimasugli di valori arcani e demodè come l’onestà, il rispetto e l’educazione in questa società è solo ed abbandonato, e destinato ad essere una vocina fuori dal coro, senza più forza, con tanta disillusione e con poche, pochissime speranze.

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