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Tartaglia: psicolabile o arrabbiato? E’ la differenza che cambierà lo stato di cose

Odio o follia? Follia oppure odio? Sull’aggressione al Premier Silvio Berlusconi, un turbinio di informazioni, controinformazioni, dichiarazioni e bizzarrie. La decisione del PdL nell’immediato, è stata quella di dichiarare alla nazione lo stato di seminfermità mentale di Tartaglia, l’Uomo del souvenir scagliato in faccia al Premier.
 
Addirittura, in Tv passa una breve intervista – al citofono (…) – con colui che dovrebbe essere il padre di Tartaglia, che conferma lo stato di psicolabilità del figlio. “Dovrebbe” perché appunto, nessuno l’ha visto in viso. Ed una voce che dichiara al citofono, può lasciar dubbi in giro.
 
Insomma si decida: se è opera di un povero psicolabile eccitato dalla folla che compie un gesto incontrollato, l’odio non ci azzecca un bel nulla. Alcune situazioni possono effettivamente operare in maniera negativa nella mente di una persona che soffra di determinate patologie psico-psichiatriche. La folla. Le grida. Le luci. La confusione… basta tutto questo a far scattare qualcosa nella mente. Un click! Ed il gesto è compiuto.
 
Ma a questo punto, pur col dolore di un atto violento che nessuno di noi accetta, in qualche modo la scusante modera un po’ l’accadimento. E lo stesso arresto di Tartaglia, appare contraddittorio se appunto ci troviamo in una situazione di disagio mentale… Come si può incarcerare una persona che soffre magari di depressione, allucinazioni o non sappiamo bene cosa?
 
Se invece Tartaglia è ben sano di mente – e questo attendiamo che lo dichiari chi di dovere, uno psichiatra che valuti le condizioni della persona – possiamo tutti semmai riflettere su quello stato di malessere che la nazione sta attraversando. Per un motivo o per l’altro. Ed anche ammesso che un Tartaglia, sano di mente, in un momento particolarmente sfavorevole della sua esistenza decida di “punire” colui che a sua personale convinzione sia responsabile dei propri problemi, ancora una volta non se ne faccia un “affare di Stato” utile a compiere quell’opera di distruzione di tutto ciò e di tutti coloro che manifestano dissenso verso un partito, una persona o un pensiero.
 
In definitiva: si decida. Per un verso o per un altro. Per la follia o per la rabbia. Non possono coesistere ambedue le versioni. Ed anche ammesso che solo la rabbia abbia armato la mano di un cittadino, si smetta di comprendere tutto e tutti in un gesto isolato.
 
Lo si faccia per coerenza. Per la Nazione. Per la Comunità. Per lo stesso PdL, che sta rischiando che questa storia divenga un boomerang.

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