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Socrates, perde molti voti, ma rimane alla guida del Portogallo

L’uscente premier socialista vince ma non ottiene la maggioranza necessaria per governare da solo

Anche nel più povero ed arretrato paese dell’Europa occidentale, il Portogallo, le sinistre moderate conseguono, se pur in maniera meno pronunciata che altrove, una sconfitta cocente. Alle elezioni legislative nazionali tenutesi l’altroieri in terra lusitana, infatti, il Partito socialista del premier Josè Socrates, pur riconfermandosi il primo partito del paese, ha perduto circa l’otto e mezzo per cento dei suffragi rispetto alle precedenti politiche del 2005, attestandosi su di una percentuale di viti favorevoli pari al 36,5%.

Prima conseguenza di questa parziale sconfitta il fatto che i socialisti da oggi a Lisbona non detengono più la maggioranza assoluta (centoquattordici seggi) in Parlamento e quindi per governare dovranno o scendere a patti con le sinistre radicali oppure cercarsi di volta in volta nell’assemblea legislativa quei voti utili a governare. Socrates ha per ora salvato lo scranno solamente perché i conservatori all’opposizione, che qui si chiamano singolarmente social- democratici, non hanno conseguito quell’avanzata pronunciata rispetto al 2005 che in cuor loro si aspettavano. Il partito di destra guidato dalla “dama di ferro” di Lisbona, la signora Menuela Ferreiro Leite, si è infatti attestato sulle stesse percentuali delle precedenti politiche.



Che qualcosa nel sistema di potere socialista iniziasse, anche in riva all’Atlantico, a scricchiolare lo si era già capito alle europee di Giugno ma oggi il malcontento popolare, sopratutto a causa della disoccupazione galoppante al 10%, in terra lusitana ha premiato in primo luogo l’astensionismo, giunto al 40%, ed i partiti fortemente ideologizzati su posizione estreme come a sinistra sono i Comunisti- Verdi (attestatisi all’otto per cento) e la Sinistra radicale unita che ha conseguito un lusinghiero 9,8% dei voti. L’estrema destra fascista e nazionalista, nostalgica dei tempi dell’Impero e del dittatore Salazar, invece ha raggiunto il 10% dei voti freddando, a risultato acquisito, le speranze dei conservatori della Ferreira Leite di giungere alla conquista della poltrona da primo ministro.

La leader conservatrice ha comunque annunciato che in Parlamento i suoi accoliti manterranno una linea oppositiva responsabile e rilutteranno ogni politica del muro contro muro. Tali dichiarazioni hanno fatto immediatamente pensare ad una possibile collaborazione con il probabile nuovo governo minoritario diretto sempre Socrates, quantomeno nell’adozione di certi provvedimenti necessari a favore di tutti i portoghesi in un’ottica di unità nazionale che non deve essere assolutamente equivocata come una disponibilità alla formazione di grandi ammucchiate governative. Socrates, dal canto suo, non ha ancora voluto rivelare se i socialisti intenderanno formare un governo di minoranza in attesa di nuove elezioni generali anticipate tra due anni oppure cercare qualche intesa programmatica con le forze della sinistra radicale. “ E’ ancora presto per dare soluzioni”, ha laconicamente affermato il premier uscente, che comunque ha confermato di voler proseguire la sua politica di rigore economico al fine di far uscire il Portogallo dalla crisi.

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