Shell e Exxon svettano nella classifica Fortune 500

In piena crisi del settore auto le compagnie petrolifere Shell e Exxon detengono rispettivamente il primo ed il secondo posto mentre Chevron e Total sono al quinto ed al sesto posto della classifica globale Fortune 500. E nelle prime 20 posizioni non mancano altre aziende petrolifere di spicco.

Con il petrolio ad appena 60 $ al barile ed i prezzi alla pompa inspiegabilmente in rapido e costante aumento in tutto il mondo, si comprende facilmente perché ci sia un tale stato di salute delle compagnie petrolifere, chiaramente a discapito dei consumatori.

Ora tralasciando l’anomalia dell’Italia, dove il prezzo dei carburanti è aggravato da una tassazione elevatissima, è comunque significativo che l’andamento dei prezzi dei carburanti sia a livelli non proporzionali a quelli del costo del greggio.

Le compagnie ci hanno abituato a ritocchi in salita immediati nell’istante in cui il petrolio aumenta mentre nelle circostanze di calo dei prezzi, come l’attuale, il prezzo alla pompa rimane pressoché invariato o addirittura aumenta come in questo momento.

Ma è normale tutto ciò? Non c’è proprio nessuno capace di controllare queste speculazioni a dir poco deliranti, oltretutto vista la situazione economica globale?

La risposta sembra purtroppo negativa; siamo in balia delle decisioni delle compagnie petrolifere che fanno il bello ed il cattivo tempo e che non si fanno la benché minima concorrenza tenendo i prezzi sempre e comunque sugli stessi livelli.

Sarebbe poi molto educativo vedere come le compagnie petrolifere trattino le popolazioni locali dei paesi più poveri, spesso Africani, che hanno avuto la sciagura di possedere giacimenti di petrolio. Sarebbe anche auspicabile programmare il prossimo G8 magari in Nigeria.

Ai consumatori non resta che pagare, tacere e ignorare, come sempre e come al solito.