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L’Avvenire stigmatizza l’operato dei PM di Savona sull’inchiesta contro Don Massaferro

Sorpresa ed incredulità stamattina in Procura a Savona per il duro attacco di Avvenire, cronaca locale di Albenga ed Imperia, contro la magistratura savonese accusata di anti-clericalismo.

Duro attacco ieri sulle pagine di Avvenire, cronaca locale di Albenga ed Imperia, contro la Procura della Repubblica di Savona, rea di aver chiesto ed ottenuto dal Gip del Tribunale della medesima città la custodia cautelare in carcere per il parroco alassino Don Luciano Massaferro accusato da un’adolescente della “città del muretto” di pedofilia.
 
Eraldo Ciangherotti, Presidente del Centro Aiuto alla Vita di Albenga, uomo impegnato in politica nel centro-destra ligure che sostiene Sandro Biasotti nella futura corsa alla Presidenza della Regione contro il Governatore uscente di sinistra Claudio Burlando ma soprattutto giornalista pubblicista che da sempre collabora con il quotidiano della Cei, tra l’altro ha scritto «…La Procura di Savona… ha predisposto il fascicolo delle indagini senza aver ascoltato ad oggi neppure una volta chi del sacerdote potesse conoscere, giorno dopo giorno, non solo la sua crescita spirituale ma anche le ragioni della sua vocazione. Siamo stati bombardati da più parti, come un carosello pubblicitario, con la testimonianza di una minore che sembrerebbe provenire da un contesto familiare noto e difficile nel quale spesso, a detta di parecchi esperti della psichiatria infantile, ci si potrebbe convincere che sia vera una pura fantasia. La comunità, infine, stando agli elementi emersi non solo non può condannare il sacerdote ma prega con carità cristiana per lui e per il disagio della minore».
 
Come ormai noto, infatti, lo scorso 29 Dicembre Don Massaferro fu arrestato per atti di libidine compiuti contro una ragazzina minore di anni quattordici che, dopo essersi sfogata con una neuropsichiatria infantile dell’istituto Giannina Gaslini di Genova, lo ha accusato di aver tentato di abusare di lei in tre occasioni durante il ministero sacerdotale.
 
E’ ben vero che la ragazzina proviene da una famiglia disagiata ma è anche vero che dopo l’arresto del sacerdote si sono scatenate contro di lei le peggiori insinuazioni da parte dell’Alassio benpensante. A dire il vero le posizioni di Avvenire di ieri non sono direttamente riferibili alla Curia diocesana di Albenga ed Imperia ma da questa non sono state smentite.
 
Alla Cei comunque si tende a sfumare la polemica sorta e don Pompili, direttore dell’ufficio comunicazione del medesimo organismo, sottolinea come le diocesi abbiano la loro autonomia ecclesiale e la magistratura abbia, invece, le competenze giuridiche e che quindi sia preferibile non sovrapporsi a vicenda nei rispettivi capi d’azione.
 
Poi aggiunge: ”La condanna del Vaticano sulla violenza nei confronti di bambini è netta e nota, nello specifico posso solo dire che accuse così gravi vanno provate. Bisogna attendere i tre gradi di giudizio con fiducia nella magistratura, ricordando la presunzione di innocenza».
 
Una presa di distanza equilibrata e parziale, dunque, dall’infuocato articolo di Ciangherotti che, stamattina, è stato accolto con stupore dai magistrati del Tribunale di Savona. Qui il capo della Procura Francantonio Granero, che indagando sul caso Teardo, Presidente socialista della Regione, negli anni ottanta per primo squarciò il velo sui fenomeni di corruzione politica in Italia, raccomanda ai suoi sostituti nervi saldi ed osserva che “in coscienza la Procura di Savona ritiene di aver compiuto con la delicatezza del caso e con scrupolo le indagini e di aver concluso richiedendo la custodia cautelare in carcere, perché così impone il codice di procedura penale. Nessun intento anti-clericale nel nostro comportamento, dunque”.
 
Il centro-destra del Ponente ligure ovviamente non la pensa così e non perde l’occasione per accusare per l’ennesima volta i magistrati “comunisti e non allineati”. Il sindaco di Alassio del Pdl, Marco Melgrati, infatti, sottolinea come la Procura del capoluogo ligure abbia fatto di don Luciano un mostro e poi prosegue dicendo che ”un mostro non nasce da un giorno all’altro. Tutto si fonda solo sulle parole di una bambina facilmente suggestionabile. Per sbattere un sacerdote in carcere con un marchio di infamia ci vorrebbe qualcosa di più. Abbiamo appena deciso di intitolare una strada a Enzo Tortora e a Edgardo Sogno, vittime di malagiustizia. E chi vuole intendere intenda”.
 
Se alla fine del suo calvario processuale, e la riflessione pare obbligata, don Massaferro dovesse però risultare colpevole, che cosa potrebbe allora dire a sua discolpa Avvenire? Forse una maggiore prudenza, considerata la delicatezza del caso, sarebbe forse stata preferibile ma il giornale cattolico, proprio dopo che da qualche giorno all’avvocato Alessandro Chirivì d’Albenga, che fin dal primo momento aveva richiesto discrezione massima, nella difesa del sacerdote si è aggiunto Mauro Ronco, Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Torino, ha intrapreso un’altra strada magari perché nel suo passato prossimo già si è trovato scottato da un presunto scandalo a sfondo sessuale, poi risultato una disgustosa “bufala”, che ha costretto il suo direttore Boffo alle dimissioni.

 

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.177) 12 gennaio 2010 18:25

    Vogliamo ricordare che cosa è accaduto all’ISTITUTO PROVOLO DI VERONA? Così capiamo per analogia come sono protetti i preti dalla legge SALVAPRETI DI BERLUSCONI. <<Il calvario di Guido è stato ancor più efferato, poiché non si ferma ai ripetuti stupri che sono andati avanti, dai 7 ai 18 anni, nella sua camera da letto e nei campi estivi. È un altro sacerdote il responsabile: “Mi costringeva spesso con punizioni (in ginocchio per ore in un angolo) e percosse (violenti schiaffi e bastonature) ad avere rapporti con lui”. “…Nello stanzone dove dormivo con altri sordi spesso mi svegliava per portarmi nei bagni dove mi sodomizzava o si faceva masturbare>>. <<Al superiore generale Danilo Corradi della congregazione della Compagnia di Maria è stato chiesto l’allontanamento dei religiosi che si sono macchiati di tante crudeltà. Ci sono state persino delle ammissioni di colpa dei responsabili e le scuse ufficiali, ma nulla è successo. I sacerdoti sono ancora lì a formare nuove schiere di disadattati. Nessuna risposta neppure da parte della Curia di Verona alle interpellanze di Giorgio Dalla Bernardina dell’Associazione Sordi A. Provolo, la cui ultima missiva risale all’8.12.2008>>. I PM devono essere lasciati liberi di condurre le indagini senza fermarsi davanti alle croci di nessun genere, altrimenti il reato cade in prescrizione e il chierico rimane al suo posto, o viene spostato in un altro luogo perché "la sua missione continui su altre pecorelle". Non dimentichiamo mai che il Vaticano è uno stato straniero che condiziona pesantemente la nostra politica, la giustizia, la cultura e la barbarie. Basta!!! Da: LA RELIGIONE CHE UCCIDE-COME LA CHIESA DEVIA IL DISTINO DELL’UMANITA’ (ED. NEXUS) di alessio di benedetto http://www.macroedizioni.it/autori/alessio-di-benedetto.php e di esempi in questo libro ce ne sono a centinaia, da ogni parte del mondo. Buona lettura.

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