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Quel messaggio dai Graviano: ecco perché i due fratelli non smentiscono un bel niente. Anzi

Smentita di stampo mafioso. 

11 dicembre, si è svolge un’udienza del processo d’appello contro Marcello Dell’Utri, accusato di concorso esterno con la mafia. C’erano da sentire i fratelli Graviano, due boss mafiosi, e Cosimo Lo Nigro, un altro pentito. Tutti e tre dovevano confermare o smentire le dichiarazioni di Gaspare Spatuzza, killer della mafia. A leggere i giornali, tutti dicono che i fratelli Graviano e Lo Nigro hanno smentito Spatuzza. Ma è proprio così? No. Anzi, c’è stato un vero e proprio messaggio di stampo mafioso. Vediamo di ripercorrere le dichiarazioni.

 

No all’infame. 

Il primo a parlare è stato Filippo Graviano, boss della famiglia e fratello maggiore di Giuseppe. In effetti, era chiamato a convalidare le dichiarazioni di un pentito, di quello che per la mafia è un “infame“. Ovviamente, un uomo d’onore non può avallare le dichiarazioni di un “infame”. Quindi ha smentito, come ha smentito di conoscere Dell’Utri.

Poi è toccato a Giuseppe Graviano, fratello minore di Filippo. Il quale si è rifiutato di rispondere (la legge gli concede questa possibilità, perché si tratta di una persona che è stata processata per un reato legato al procedimento in corso; quindi, se fosse obbligato a testimoniare la verità, potrebbe accusare sé stesso, cosa vietata dalla legge: testimoniare contro sé stessi può essere una scelta, mai un obbligo), dicendo al Presidente di avergli mandato una lettera.

Cara, m’è scappato un 41bis!

Giuseppe Graviano ha risposto pressappoco così: “Signor Presidente, le mie condizioni di salute – come le ho scritto nella lettera - allo stato non mi permettono di rispondere alle sue domande. Se però dovessero migliorare, sarò io a farmi vivo con lei per rispondere a tutto quello che vorrà chiedermi“. Dopo di che l’avvocato di Giuseppe Graviano ha cercato di convincere il Presidente a dare lettura del contenuto della lettera in questione. Quando il Presidente ha rifiutato la lettura, l’Avvocato si è lasciato sfuggire un accenno che legava la “malattia” del minore dei fratelli Graviano alla sua condizione di carcerato al 41 bis.

Capisti?

In pratica, è una situazione dove i due fratelli hanno “creato” un messaggio, comprensibilissimo per i destinatari. Per ora, loro non conoscono Dell’Utri (lo dice il boss). Ma il fratello minore, che è il più colto dei due, se dovesse “guarire” dalla sua “malattia“, potrebbe andare dai magistrati a rispondere a qualsiasi domanda decidano di fargli. Per esempio, al perché avesse deciso di investire una parte dei loro proventi criminosi nella Fininvest (circostanza desumibile dal fatto che, secondo molti testimoni, Giuseppe, quando leggeva "Il Sole 24Ore", prestava molta attenzione alle quotazioni della società di Berlusconi). O su tanti altri dettagli.

Comunque lo vedremo presto. Se nel giro di pochi mesi vareranno una legge che blocchi ancora di più l’utilizzo del 41 bis, più di adesso, o lo cancelli proprio, sapremo che il messaggio è stato recepito.

Fonte: Antonio Rispoli, su concessione dell’autore e del sito Julie News

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