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Protezione Civile: da ente solidale a multinazionale

Il Consiglio dei ministri del 17 dicembre ha approvato la realizzazione di una società di servizi che possa alleggerire i compiti del dipartimento di Protezione Civile.

Lo ha annunciato il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, in una conferenza stampa. L’ente si trasforma così in una società per azioni, una multinazionale, sotto il controllo della Presidenza del consiglio, che ne nominerà il Cda. La polemica scoppia, ma è una polemica silenziosa è ben coperta.

La Protezione Civile Spa gestirà appalti ed emergenze sotto il controllo della presidenza del Consiglio.

Secondo la cgil il decreto è incostituzionale. Operazione che mette un altro apparato dello stato nelle mani della politica. "Un grande ente appaltatore – commenta il sito di Terra - che potrà gestire senza i lacci propri di un soggetto pubblico i ricchi appalti legati alle ‘emergenze’ gestite dal dipartimento".
 

Al di là delle dichiarazioni di circostanza, la sostanza dell’operazione è da allarme rosso. Secondo la Cgil si tratta di “un decreto legge improprio, a rischio di anticostituzionalità, che stravolge il senso, il ruolo e la missione della Protezione civile”. Ed è vero in quanto la protezione Civile nasce sulla spinta della solidarietà volontaria di tutti gli italiani.

Però, è anche vero che è dal 1992 che la Protezione Civile ha subito tutta una serie di modifiche. Questo decreto non fa altro che rendere ufficiale quel che già era ufficioso. Sempre secondo la Cgil, con questo decreto si accentreranno ulteriormente i poteri nella mani del presidente del Consiglio azzoppando la già malandata democrazia.

Siccome ad oggi la Protezione Civile già si occupa di prevenzione ed emergenze e commissariamenti vari, da domani, potrà anche scegliere gli indirizzi e i servizi, nonché i programmi da attuare e le ditte che ne beneficeranno. Senza contare che la Protezione Civile diventando multinazionale verrà snatura al punto di diventare ente privato ad uso e consumo del Presidente del Consiglio di turno, il quale potrà gestire tutti i servizi che ricadranno nella nuova Protezione Civile spa senza obblighi di consultazione tra le diverse organizzazioni sindacali e di quei lavoratori che nella Spa dovranno lavorare.

In sostanza, è scritto nel decreto, alla società sarà affidata «la gestione della flotta aerea e delle risorse tecnologiche, la progettazione, la scelta del contraente, la direzione dei lavori, la vigilanza degli interventi strutturali ed infrastrutturali, l’acquisizione di forniture o servizi di competenza del Dipartimento, compresi quelli concernenti le situazioni di emergenza socio-economico-ambientale».

Perchè spaventa tanto una Protezione Civile spa?

Intanto perchè, essendo gestita e governata dalla presidenza del Consiglio, la multinazionale, non sarà di fatto un ente pubblico, ma un ente gestito da una sola parte del governo e quindi tutto quel che dovrebbe risultare trasparente e confrontabile dalle diversi parti politiche, come chiede una democrazia, viene a mancare, inoltre esiste già un ente simile, ed è il Cipe, organo di decisione politica in ambito economico e finanziario che svolge funzioni di coordinamento in materia di programmazione della politica economica da perseguire a livello nazionale, comunitario ed internazionale; esamina la situazione socio-economica generale ai fini dell’adozione di provvedimenti congiunturali; individua gli indirizzi e le azioni necessarie per il conseguimento degli obiettivi di politica economica; alloca le risorse finanziarie a programmi e progetti di sviluppo; approva le principali iniziative di investimento pubblico del Paese.

Tutto quel che è svolto con i soldi pubblici dovrebbe possedere quei criteri e requisiti democratici e di trasparenza che invece mancano in quanto a decidere è solo una parte di governo, la maggioranza.

Inoltre, per gli appassionati di simbologia, quell’icona a forma di triangolo ricorda troppo la massoneria e se a questo aggiungiamo che l’attuale presidente del Consiglio era iscritto nella P2, e che Bertolaso viene identificato come stretto collaboratore dell’attuale premier, ai posteri l’ardua sentenza.

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