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Prossimo inverno al gelo, inizia ad avvertirci la Russia

 

La crisi del gas del 2006 che vide la Russia bloccare il flusso di gas passante per l’Ucraina e diretto ad alcuni paesi dell’Europa Occidentale tra cui l’Italia, poi paventata anche negli anni seguenti, rischia di ripresentarsi acuita il prossimo inverno.

Il presidente Russo Dmitry Medvedev parla chiaro e dice di avere seri dubbi sul fatto che l’Ucraina riesca a pagare le forniture di gas arretrate e pertanto piuttosto di dare altro gas “gratuitamente” all’Ucraina chiuderà i rubinetti dei tre gasdotti che passano di lì e che alimentano: Italia, Ungheria, Repubblica Ceca e Austria. Se tale evenienza dovesse verificarsi ci troveremmo con non pochi problemi dato che le vie alternative di approvvigionamento di gas non sono minimamente sufficienti a garantire il fabbisogno invernale.

Il Presidente Russo chiede alla UE di aiutare l’Ucraina facendosi carico di parte dei debiti contratti nei confronti della Russia, mentre l’Ucraina denuncia un costo eccessivo del gas che le viene venduto dalla Russia. Insomma la questione non è per nulla semplice e rischia di procurare alla UE non pochi grattacapi.

Per un paese come l’Italia, quasi completamente dipendente dall’approvvigionamento straniero di fonti energetiche, è giunto il momento di affrontare un vero e proprio piano energetico, questione rimandata per decenni, tale dal renderci meno vincolati ai “ricatti” dei paesi esportatori di petrolio, da coloro che ci vendono l’energia nucleare a caro prezzo e da chi ci fornisce il gas, come nel caso in questione.

Iniziare con il realizzare molti più rigassificatori in modo da poter acquistare il gas da tutti quei paesi che non dispongono di gasdotti è un passo fondamentale per intraprendere la via dell’indipendenza energetica, come lo è realizzare al più presto numerose centrali solari termodinamiche, efficienti e rispettose dell’ambiente.

La ripresa dell’Italia dipende in buona parte anche da come verrà affrontata la questione energetica dato che l’attuale totale dipendenza dall’estero rende l’Italia uno dei Paesi con il più alto costo dell’energia al mondo, fattore questo chiaramente limitante lo sviluppo industriale.

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