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Passaggio d’anno: riflessioni sulla Questione Meridionale

Passaggio d’anno con la Questione Meridionale messa dappertutto, come il prezzemolo; anche nel rituale discorso augurale del Presidente della Repubblica, il napoletano Giorgio Napolitano; anche nei propositi dei Ministri dell’attuale Esecutivo.
 
Il Ministro degli Interni Maroni ha indicato fra i suoi propositi per l’anno nuovo il definitivo annientamento della criminalità organizzata mafiosa; senza, però, accennare in alcun modo all’arretratezza del Meridione, che il fenomeno mafioso continuamente genera praticamente da tempo immemorabile.
 
Il Ministro dell’Economia Tremonti, invece, ha fra i suoi obiettivi la creazione della cosiddetta Banca del Sud; ed anche lui non indica come affrontare l’arretratezza del Meridione, che la renderebbe praticamente inutile.
 
Il Ministro della Funzione Pubblica Brunetta, a sua volta, vorrebbe reiterare la spedizione dei Mille in versione amministrativa, ivi compresa insurrezione locale in stile Rosolino Pilo; encomiabile, ma anche lui non indica dove e come intervenire per risolvere il nodo dell’arretratezza meridionale.
 
Nel frattempo si è dato formalmente inizio alla costruzione del ponte sullo stretto di Messina, indicato come la grande infrastruttura fondamentale per lo sviluppo economico della Sicilia; un’opera tanto bramata dalle aziende del Nord, che lavoreranno alla sua realizzazione; e nel frattempo l’alta velocità ferroviaria si ferma a Salerno (come il Cristo di Carlo Levi, che si è fermato ad Eboli).
 
Le uniche riflessioni, che vengono in mente al vostro sicilianissimo reporter sono quelle del Principe di Salina, nel Gattopardo di Tomasi di Lampedusa: «Tutti questi governi, sbarcati in armi da chissà dove, presto detestati, e sempre incompresi, che si sono espressi soltanto con opere d’arte per noi enigmatiche e con concretissimi esattori d’imposte spese poi altrove: tutte queste cose hanno formato un carattere nostro, che così rimane condizionato da fatalità esteriori, oltre che da una terrificante insularità d’animo».
 
In Sicilia si sono avuti nell’ordine bizantini, arabi, normanni, svevi, angioini, aragonesi, austriaci, spagnoli, e così via sino ai piemontesi. Ma la Questione Siciliana e Meridionale, quella persiste refrattaria ad ogni soluzione e la si ritrova intatta ad ogni passaggio d’anno.

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