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Pandemia e nuove mutazioni

Si sta esaurendo la prima ondata pandemica in Italia e già si parla della seconda, aspettata verso fine gennaio, con i soliti toni allarmistici a cui siamo ormai abituati. I contagi, secondo stime approssimative, sarebbero oltre 3 milioni, 300 le persone in terapia intensiva dall’inizio della pandemia. I decessi collegati al nuovo virus sono 95, in gran parte persone già gravemente malate o con altre patologie. Purtroppo molte TV e molti giornali continuano a mettere in risalto qualsiasi possibile notizia sul virus H1N1, soprattutto quelle più allarmanti, anche se, ad un’analisi un po’ più accurata, risultano essere notizie con poca rilevanza oppure esagerate.
 
Così eccoci qua con l’ennesima notizia sulla mutazione del virus, portata in risalto da alcune importanti testate giornalistiche con titoli come questo: "A/h1n1 mutato, prime vittime".

Secondo voi una persona che non utilizza altre forme di informazioni che non siano i media convenzionali cosa potrebbe pensare dopo una notizia simile? Come minimo un po’ di paura potrebbe provarla.

Fortunatamente queste mutazioni sono normali nei virus influenzali, succede sempre, anche nell’influenza stagionale che il virus muti e succede perchè il virus cerca di adattarsi . Come si può leggere in un documento diramato dal ISS (Istituto Superiore di Sanità). "Come detto, i virus influenzali possono mutare facilmente per cui è impossibile produrre un vaccino unico e definitivo", quindi non vi è nessun comportamento strano o anomalo in questo virus.
 
Vista la facilità con cui i virus influenzali mutano per adattarsi ad ambienti a loro ostili, l’OMS ha consigliato di non abusare degli antivirali, infatti un eccesso nell’usare questo farmaco potrebbe indurre il virus a mutare ed a diventare più aggressivo e resistente ai medicinali di questo tipo.
 
Purtroppo le notizie diffuse in questi giorni non fanno altro che alimentare un ingiustificato panico e con esso un pericoloso abuso di antivirali ed antibiotici. Quindi prosegue imperterrita la campagna "informativa" per cercare di vaccinare tutto e tutti contro il virus della "suina" e ora si fa leva anche sulla paura delle mutazioni per convincere la popolazione. Peccato che talvolta si omettano teorie interessanti che riguardano proprio la possibilità del virus di mutare a causa, pensate un po’, proprio di una vaccinazione di massa.

La dichiarazione del dott. Roberto Gava, medico specializzato in Cardiologia, Farmacologia Clinica e Tossicologia Medica, inerente alla vaccinazione di massa è stata: "Il vaccino non solo permette di ottenere scarsi risultati, ma potrebbe col tempo rivelarsi anche dannoso". Il dott. Gava spiega che "il virus influenzale è un virus soggetto a molte e facili mutazioni (è per questo che ogni anno ci sono sempre nuovi ceppi virali). Una delle principali cause inducenti le mutazioni è la circolazione del virus in un ambiente ostile che in questo caso è rappresentato dagli individui che sono già stati vaccinati, costringendo così il virus alla mutazione per semplici meccanismi darwiniani di adattamento. Più ci si vaccina più si creano ceppi virali mutati e quindi maggiore è la probabilità di selezionare, prima o poi, dei ceppi virali particolarmente patogeni e pertanto sempre più pericolosi". Questo è il parere del dottor Gava, parere non condiviso da molti esperti del settore medico, ma che comunque fa riflettere.
 
Roberto Gava sembra non essere l’unico dottore a pensarla così ed altri punti di vista simili si possono trovare su alcuni forum medici. "La comparsa di sempre nuove malattie gravi per l’uomo, in particolare di forme mortali di zoonosi (malattie che in passato si manifestavano in modo epidemico solo negli animali, senza coinvolgerci) è cronologicamente associata alla diffusione delle vaccinazioni di massa". Teorie non accettate dalla medicina ufficiale, ma che comunque bisognerebbe tenere in considerazione oppure approfondire.
 
Una cosa è sicura, visto che pandemia o no questo è sempre un virus influenzale, muterà, statene certi, ma non è detto che muti in maniera tale da rappresentare un pericolo maggiore. Un’altra cosa praticamente sicura e che se muta in maniera significativa questo vaccino sarà di dubbia efficacia e quindi i nostri soldi, spesi proprio per questa vaccinazione, non saranno serviti a molto.
 
Mentre aspettiamo la seconda ondata pandemica, le vaccinazioni proseguono e con essa aumentano le segnalazioni di reazioni avverse da vaccino che, per la maggior parte, risultano non gravi. L’Agenzia Italiana del Farmaco riporta 466 segnalazioni al 22 novembre. Ci sono state 94 segnalazioni ogni 100mila dosi somministrate, di cui 84% non gravi, 7% gravi e 9% con gravità non definita. La guarigione o il miglioramento della reazione è stato riportato nel 75% dei casi segnalati mentre nei rimanenti, al momento della segnalazione, l’esito non era disponibile o il paziente non era ancora guarito. Non sono stati segnalati altri casi ad esito fatale.
 
Questi dati, sebbene dimostrino una buona tolleranza al vaccino, fanno anche capire che le reazioni avverse esistono e non sono frutto di fantasia. Quindi occorrerebbe valutare bene il vantaggio che può avere una persona sana nel vaccinarsi, visto che la maggior parte delle persone guarisce da sola e senza l’aiuto di farmaci. Inoltre sarebbe stato molto più utile valutare il reale vantaggio dell’acquisto di 24 milioni di dosi di vaccino in base alla pericolosità del virus e alla reale utilità del vaccino. Ci sono più di 3 milioni di persone già immunizzate (gratuitamente dalla malattia) e chissà quante altre verranno colpite dalla suina e non avranno bisogno di vaccinarsi. Inoltre dobbiamo anche calcolare che molti preferiranno non vaccinarsi affatto. Quindi quante di quei 24 milioni di vaccini saranno effettivamente usati? Direi ben pochi. Comunque i conti li faremo alla fine della pandemia.

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