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Un rutto può istigare all’odio ed alla guerra civile?
C’era la Concia con il suo argomentare inutile ed equidistante modello "basta con la demonizzazione dell’avversario e con chi dice che Berlusconi è un mafioso", c’era Facci che ricordava a Storace (fascista troppo grasso per rifarsi un’altra passeggiata a Roma a piedi) quando spegneva una sigaretta sul braccio di un socialista all’epoca di Tangentopoli, con quello che diceva una roba tipo: "Io? Ma che stai a di’, ti querelo". Non mancava De Michelis che, con la faccina da orsacchiotto bastonato, ricordava i tempi di quando lo misero in gattabuia (poraccio) e rimarcando come l’odio ha le sue radici nello smantellamento di quella stagione fulgida per la democrazia.
Confesso che mi sono immalinconito ad ascoltare tutte queste argomentazioni e a vedere le facce di quelle persone. Mi ha fatto malinconia il coraggio dell’ex fascista, l’ipocrisia della piddina, il nulla del Facci, la paraculaggine del socialista DeMichelis "prendo tutto io".
Ed ora aspetto il discorso dell’emerito Presidente della Repubblica. Per quella sera è previsto cotechino, salsicce e fagioli come cena a casa mia. Ho idea che mi scapperà da ruttare. Mi chiedo: "potrò?".
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