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Obama: un Premio Nobel non ancora guadagnato

Il Premio Nobel per la Pace assegnato al Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, rappresenta le speranze e le aspettative che il mondo nutre nei suoi confronti.

Egli ha incarnato fin da subito il desiderio di cambiamento del popolo americano e ha instillato nel resto del mondo la fiducia che egli potesse divenire l’artefice di un ordine mondiale pacifico e multilaterale. Non si può negare che egli abbia preso le distanze dalla politica distruttiva e arrogante dell’amministrazione Bush. Non si può, però, neanche affermare che egli sia riuscito ancora ad imprimere un nuovo corso alla storia e alla politica americana. 

Obama è ancora agli inizi del suo mandato. Egli ha dimostrato di approcciarsi alle problematiche internazionali in maniera ragionevole e cauta. Si è, infatti, fatto portavoce della necessità del dialogo, dell’importanza della multilateralità e delle istituzioni internazionali e del rispetto dei diritti fondamentali dell’uomo. E’ un dato di fatto che egli abbia, con il suo nuovo approccio, sconfessato i cardini della dottrina di politica internazionale perseguita dal suo predecessore.

Entrando nel merito delle questioni, si può osservare come “i suoi straordinari sforzi per rafforzare la diplomazia internazionale e cooperazione tra i popoli” siano embrionali. La scelta di chiudere Guantanamo ha rappresentato un atto di giustizia dovuto e un riconoscimento della violazione dei diritti fondamentali dell’uomo.

La decisione, però, di non perseguire i mandanti di tali crimini ha lasciato un sapore di impunità e di legittimazione di tali azioni. Il ritiro delle truppe dall’Iraq è un’ammissione implicita di una strategia sbagliata e di una guerra insensata. Il modo in cui affronterà lo scenario postbellico, non certo facile in un paese diviso, devastato e lacerato al suo interno, non è ancora delineato.



La volontà di ricondurre la guerra afghana ad una missione Nato e di fare “gioco di squadra” è un evidente testimonianza del ruolo affidato da Obama al multilateralismo. La mancata ricerca di una soluzione alternativa all’utilizzo della forza nel risolvere il problema del terrorismo e l’ennesimo dubbio su rafforzare o meno il contingente afghano, mostra come le categorie di analisi e di azione non siano fondate su basi nuove. 

La promozione del dialogo in Medio Oriente e gli incontri con i rappresentanti di Israele e la Palestina sono un’attestazione dell’esigenza di favorire il processo di pace e raggiungere una soluzione condivisa.

Le dichiarazioni di Netanyahu, la costruzione di nuovi insediamenti in Cisgiordania e il diniego americano verso qualsiasi condanna verso Israele, rivelano come il percorso sia ancora lungo e tortuoso.

Il discorso del Cairo supera quel clima di intolleranza e di odio reciproco tra America ed Islam alimentato negli ultimi anni, ma non ci dice nulla sulla politica statunitense nei confronti dell’Iran, soprattutto se gli Stati Uniti sono legittimati ad intervenire contro “gli estremisti violenti che pongono un serio rischio alla sicurezza”.

Io spero che Obama riesca veramente ad incarnare quel cambiamento che da lui ci si aspetta, ma al momento il Premio Nobel per la Pace non se l’è ancora guadagnato.

Commenti all'articolo

  • Di paolo praolini (---.---.---.27) 10 ottobre 2009 08:15

    Concordo con tutto l’articolo, avrei anche aspettato almeno un anno prima di consegnargli il Premio Nobel.
    La mia ratio suggerisce che la sua azione innovativa ha portato cambiamenti non ancora definitivi e stabili non incarnati nel tessuto sociale.
    E’ invece riconducibile a Lui un cambio i rotta che ha attenuato gli attriti con molte nazioni ed abbassato la tensione internazionale ma che ha bisogno di un lungo periodo di stabilizzazione ed il concretizzarsi di azioni indirizzate al cambiamento.

  • Di Renzo Riva (---.---.---.190) 10 ottobre 2009 10:57

    Che bello!

    Chissà cosa diranno in Svezia quando farà sganciare la prima bomba atomica! Ovviamente dopo le due di Hiroshima e Nagasaki.

    Mandi,

    Renzo Riva

    [email protected]

    349.3464656

  • Di lo scemo del villaggio (---.---.---.230) 10 ottobre 2009 18:55

     hai omesso di scrivere che il destinatario dell’immeritato Nobel per la pace ha smantellato i progetti di scudo antimissile del criminale di guerra bush, che avrebbero condotto forse alla terza guerra mondiale.
     hai omesso di scrivere che il destinatario dell’immeritato Nobel per la pacesta lottando per la copertura sanitaria universale negli USA, una cosa che interessa "solo" un cinquantina di milioni di poveri cristi che non possono pagarsi un Cristo di cure mediche e possono solo crepare di cancro ipotecandosi la csa per pagarsi le cure mediche.

     Giudicare gli altri omettendo ( per leggerezza o malafede, non so) "particolari come questi porta solo a formulare un giudizio sbagliato: quello che ci si formerebbe leggendo solo articoli, per fortuna pochi, come questo.

    • Di Marina Bernabei (---.---.---.59) 10 ottobre 2009 20:14
      Marina Bernabei

      La riforma del sistema sanitario statunitense (di cui io aspetto di vedere la versione finale essendo in parte stata modificata negli elementi essenziali seppur continua ad essere un provvidento auspicabile)
      rientra nella politica interna di uno stato e non nelle motivazioni di assegnazione di un Premio nobel per la Pace.

      La cancellazione dello scudo missilistico è un altro segno di un diverso atteggiamento assunto da Obama nei confronti di alcune problematiche internazionali rispetto a Bush. L’ipotesi della Terza Guerra Mondiale, scusami, ma non la prendo proprio in condiderazione, vista l’improbabilità di un suo avvento per lo scudo, sulla base di ovvie considerazioni di geopolitica.

      Il mio articolo non contesta quanto fatto da Obama, ma considera che tali atti sono solo l’inizio di un percorso che per condurre a dei risultati deve sostanziarsi di azioni concrete ed efficaci. D’altronde Obama è il presidente degli Stati Uniti e ha tutti i mezzi a sua disposizione per cambiare lo status quo. Per ora ha contribuito all "assenza di guerra", ma la Pace è un’altra cosa.

    • Di il meno ardito (---.---.---.43) 10 ottobre 2009 21:49

      Allo ’scemo del villaggio’, voglio far notare che l’articolo non nasconde l’impegno di Obama ed il cambio di rotta che sta imprimendo ad una condotta autodistruttiva imoboccata da Bush.
      Ma assegnare il premio Nobel, forse presumeva un antefatto più solido e sostanzioso che probabilmente, come tutti ci auguriamo, si consoliderà negli anni a venire.
      Grazie

  • Di il meno ardito (---.---.---.43) 10 ottobre 2009 21:51

    Ho dimenticato di aggiungere che anche il premio nobel Gorbaciov che è stato artefice di un cambaimento epocale ha fatto trapelare i suoi dubbi su questa premiazione fuori dai canoni!

  • Di mary(L)(L)(L) (---.---.---.203) 17 ottobre 2009 18:50

    io invece credo ke tutto questo sia giusto se fino ad ore ha fatto solo del bene è giusto ke gli sia stato assegnato.......milly

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