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Notizie a orologeria, importanti aggiornamenti: alle 11 e 18?

"Il Giornale" sapeva dell’arresto dei due boss? Avevamo detto: la notizia è riportata alle 12 e 18. Forse sbagliavamo: dalla copia di cache di Google risulta ancora più vecchia!

Doc e MacFeltri.

Una giornata frenetica. V’avevamo raccontato, per primi (“Mamma: senza mani!”), visionari e scettici, della lungimiranza de "Il Giornale": notizia dell’arresto dei boss Nicchi e Fidanzati prima delle agenzie. Sembra. O, non bastasse, prima dell’arresto (14:50). Sembra. Come si è evoluta la situazione?

La rete si muove.

L’articolo ha avuto un diffusione virale. Wil (Nonleggerlo) la riporta e le allega la chiamata alla redazione della testata di Feltri. L’analisi da loro fatta è “errore tecnico“, di battitura. Celeri, ringraziano e aggiornano la pagina (ci risulta alle 19:03): l’ora della notizia, ora, dice 20:00. Precisano: l’agenzia da loro utilizzata è la Agi delle 15:26

Bad-Info, altra blogger amica, ci riporta lo storico dei lanci d’agenzia: AGI 15:26ANSA 15:30aggiornamento AGI 15:37APICOM 15:41, col caso di una AGI delle 15:20. Ma poco importa: la diffusione temporale dell’accaduto è quella. Cosa che, a voler passare per sospettosi, ci lascia pensosi: anche se fosse (e non ne dubiteremmo, eh), in Via Negri avrebbero avuto meno di 20 minuti per pubblicare la notizia. E, soprattutto, per farsi commentare (come qui riportato e documentato negli screenshot del precedente articolo).

Cacchio, la cache! 

Accade che qualcuno, per esempio, ci dica che “quel giorno mi ricordo di aver letto quell’articolo prima di uscire di casa per il B day, per cui all’incirca all’una e mezza appena dopo mangiato. Peraltro, l’orario dell’ultimo aggiornamento del sito del Giornale è ben visibile sotto la testata, ed è l’una e un quarto”. Proviamo a non credergli, ok.

Ricerche congiunte – diciamo così – portano però a galla uno scenario, se possibile, ancora più ambiguo. Navigando per la cache di Google capita di imbattersi in una pagina che dimostrerebbe l’avvenuta pubblicazione della notizia ben prima dell’arresto dei 2. E, sembrerebbe, se possibile, ancor prima delle note 12:18. Consultando il seguente link si incorre in quella che potrebbe rappresentare la prova provata dell’inusuale pubblicazione preventiva (mettiamola così): 11:18.

11:18!

Specifichiamo. Da Google: "versioni cache".

Google acquisisce un’istantanea di ciascuna pagina indicizzata durante la scansione del Web e la rende disponibile come copia di backup nell’eventualità in cui la pagina originale non sia disponibile. La selezione di questa opzione permette di visualizzare la pagina Web con lo stesso layout con cui è stata indicizzata. Il contenuto salvato nella cache è quello utilizzato da Google per verificare se la pagina soddisfa o meno i requisiti di ricerca.
 
La parte superiore della versione cache della pagina contiene un’intestazione che serve a ricordare all’utente che si tratta della versione cache e non della versione originale. Nella versione cache vengono anche evidenziati i termini ricercati per permettere all’utente di comprendere il motivo per cui la pagina è considerata rilevante. L’opzione "versione cache" non è presente per i siti non ancora indicizzati e per i siti che sono stati rimossi dall’indice su richiesta dei proprietari.
 
Continuo: nulla di insinuante. Per ora. O no? Aspettatevi aggiornamenti, la storia è in fase dipanatoria, tra la bufala e la bomba.

Commenti all'articolo

  • Di Routard (---.---.---.222) 11 dicembre 2009 18:41

    L’ 89 complimenti per le ricerche,purtroppo le notizie a orologeria sui giornali non scandalizzano più nessuno in questo nostro disastrato paese.
    Del resto in questo caso almeno una cosa positiva c’è : 2 pericolosi capi o capetti mafiosi sono stati assicurati alla giustizia ed altri danni non se ne vedono.
    Peggio sono stati gli avvisi di garanzia pubblicati su importanti quotidiani prima che gli interessati ne sapessero qualcosa.Avvisi che in qualche caso hanno provocato danni gravissimi alle persone ed in qualche altro alle Istituzioni : vedi l’avviso di garanzia al presidente del Consiglio mentre se non ricordo male presiedeva in casa nostra il G8.
    In quest’ultimo caso in più la sostanza dell’avviso di garanzia si rivelò poi una bufala.
    Sempre in questo caso il danno lo patirono ambedue le Istituzioni interessate: La Magistratura,e la Presidenza del Consiglio ed in ultima analisi la credibilità del nostro Paese.
     

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