• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Società > Natale, l’ipocrisia dei regali. E non solo

Natale, l’ipocrisia dei regali. E non solo

Erano trascorsi solo due giorni dal Natale e già un servizio al telegiornale ci documentava la fine che fanno i regali natalizi. Una brutta fine. I più vengono riciclati. E in tempi di differenziata e riciclabile allora si potrebbe dire fanno una buona fine. Non so. Ma tant’è che il commercio del regalo da riciclare sembra essere un vero business e che i siti di vendite on line sono stati presi d’assalto già prima del finire del 25 dicembre. I regali commestibili sembrano avere una buona sorte in questa occasione, vengono quasi sempre mangiati. Mi sono chiesta allora cosa faccia la differenza tra due doni e come si possa decidere sul riciclo dell’uno e sulla tenuta dell’altro.

Non sarà che la differenza sta tutta nel momento stesso della scelta sebbene il destinatario non vi partecipi? Spesso in libreria mi si è domandato come scegliere un libro e sempre ho risposto, come qualcuno più autorevole di me suggeriva, di sceglierli col cuore e con l’intuito, senza che siano i soliti bestseller, magari solo perché l’inizio si taglia bene addosso alla persona che lo riceverà. Eppoi. Mai regalare un libro senza apporvi una dedica e renderlo così davvero un oggetto unico, apposta per quella persona (il che rende anche più difficile lo smercio!). È un insegnamento nonché un grande rammarico che mi deriva da un regalo che a suo tempo la mia classe fece al nostro professore di latino e greco, una bibbia in greco. All’indomani il professore ci fece trovare un biglietto con una frase che non ho più scordato. "Dall’alfa all’omega l’ho tutto sfogliato: non una dedica, neanche un pensiero. Solo una misera, fredda terza C". Ecco. Forse è questo che fa la differenza. Probabilmente anche il mio caro vecchio professore a suo tempo ha riciclato quella bibbia. Ancora: comprare un pensiero per tizio, un altro per caio, seguendo una lista di nomi. I pensieri faccio fatica a pensarli comprati, regalati sì. Eccome. Con un biglietto, un sms non dozzinale e di gruppo come se ne riconoscono, una mail, addirittura una vera lettera. Al massimo, se scrivete bene, vi copieranno per impressionare a loro volta altri destinatari in una sorta di catena di S. Antonio nella cui diramazione però non sono ravvisabili disgrazie o sfortune di alcun genere. Un riciclo non profit, gratificante e lusinghiero! 

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares