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Nasce in Italia Democrazia Atea

 

L’inaugurazione e la presentazione alla stampa è prevista per martedì 19 Gennaio alle ore 11:00 presso l’Associazione della Stampa Estera in via dell’Umiltà 83 a Roma: si tratta di un nuovo partito chiaramente e ufficialmente ateo che nasce con l’intento di colmare quel vuoto rappresentativo della sempre crescente categoria dei non credenti e ribadire la necessità di vera laicità in una Nazione che ha perso la capacità di ricognizione delle proprie vere origini e dei princìpi dello Stato di Diritto.
“Democrazia Atea nasce dalla crescente insofferenza verso forme di oppressione politica, sociale, razziale e soprattutto religiosa, cui gli Italiani assistono ormai da anni senza riuscire a trovare in nessun partito alcuna concreta risposta - Si legge sul sito www.democrazia-atea.it - al contrario si assiste ad una totalizzante democristianizzazione di tutti i partiti politici presenti in Parlamento e nelle Istituzioni locali. La religione viene imposta con metodi antidemocratici. Le istanze di laicità che provengono dalla società civile sono puntualmente disattese e ogni tentativo di demistificazione viene sistematicamente ignorato. Nel nostro Paese la laicità, pur contenuta nei principi fondamentali della Carta Costituzionale, è calpestata quotidianamente. Tutte le organizzazioni politiche che formano la Classe Dirigente nel nostro Paese compiono azioni e lanciano dichiarazioni protese ad alimentare tensioni sociali che si risolvono nello scontro fondamentalista tra le varie confessioni religiose.I partiti cosiddetti tradizionali sono privi d’ogni riferimento filosofico ed etico, e l’unico loro obiettivo è l’esercizio del potere. Costoro non potranno mai essere i difensori della laicità, avendo già dato prova di non essere all’altezza del compito che è stato loro affidato dalla Costituzione della Repubblica Italiana e spesso violando i dettami sanciti dalla Carta Internazionale per la Salvaguardia dei Diritti dell’Uomo”.
 
Così il gruppo che vuole ridiscutere quell’invadente presenza confessionale in tutti gli ambiti sociali si prepara a scatenare ondate di polemiche. In questi giorni – ad esempio - si discute animatamente sul caso del giudice Luigi Tosti che, per essersi rifiutato di lavorare in un’aula di tribunale contenente icone cristiane, adesso sta affrontando un procedimento giudiziario lungo e contorto. “Avviso tutti gli amici che mi hanno sostenuto nella battaglia per la rimozione dei crocifissi dalle aule dei tribunali italiani” scrive il magistrato Luigi Tosti, “Il prossimo 22 gennaio 2010 alle ore 9:30 sarà celebrato, dinanzi al Consiglio Superiore della Magistratura, Piazza Indipendenza n. 4 a Roma, il procedimento disciplinare che è stato aperto, circa 5 anni fa, a mio carico per essermi io rifiutato di tenere le udienze sotto l’incombenza dei crocifissi. Un procedimento, questo, per il quale ho subito due condanne penali ad un anno di reclusione (poi annullate dalla Corte di Cassazione) e sto subendo, da 4 anni, la sospensione dallo stipendio e dalle funzioni. Mi difenderò da solo e l’udienza sarà pubblica (anche se l’aula non è particolarmente capiente). La presenza di televisioni sarebbe oltremodo gradita, non avendo io alcunché da nascondere o di cui vergognarmi: credo, però, che l’Avv. Nicola Mancino negherà le autorizzazioni per impedire che venga ripreso questo processo, degno della migliore Santa Inquisizione della Chiesa cattolica. In ogni caso, rappresento che presterò il consenso preventivo a quanti vogliano chiedere di riprendere il processo e divulgarlo. In caso di condanna e di conseguente rimozione dalla magistratura, adirò la Corte Europea dei diritti dell’Uomo: in caso di assoluzione e di reintegrazione in servizio, seguiterò a rifiutarmi di tenere le udienze sino a che il Ministro di Giustizia (oggi Angelino Alfano) non avrà rimosso l’ultimo crocifisso dall’ultima aula di giustizia della Colonia Pontifica, cioè dell’Italia. Presagisco (ed anzi spero) che i membri del CSM, per non offendere i desideri di Joseph Ratzinger conosciuto come Papa Benedetto XVI ed anche per non correre il rischio di essere linciati e di essere bollati come “ubriaconi” (com’è avvenuto per i giudici della CEDU Corte Europea dei Diritti dell’Uomo), opteranno per la prima soluzione”.
 
L’atavica battaglia con il dogmatismo e l’ingerenza religiosa così continua il suo corso e da secoli non si arresta, un gioco forza con una religione sempre meno spirituale e sempre più politica che produce contrapposizioni di cui nei prossimi giorni si parlerà sicuramente.
 
Video Intervista
(Intervista all’avvocato Carla Corsetti, Segretario Nazionale del movimento politico Democrazia Atea).
 
LINK all’articolo:
Il gruppo su Facebook del partito Democrazia Atea
Il gruppo su Facebook di solidarietà al magistrato Luigi Tosti

Commenti all'articolo

  • Di aellebì (---.---.---.207) 18 gennaio 2010 15:39
    aellebi

    Ma piccola pluribirba recidiva d’un Barbera trinacrio DOCG, beh, dato che nella ’Colonia Pontificia’ italica in effetti non è possibile essere considerati ’laici’ - e ’laicus’ è anche un cattolico ’non teocrate’, tipo Ignazio Marino, per fare un esempio noto, purtroppo non eletto alla segreteria PD -, beh, allora che i talebani vaticani nostrani si becchino Democrazia Atea, tie’...

  • Di pv21 (---.---.---.22) 18 gennaio 2010 16:54

    Invece di cavalcare il "relativismo culturale" servirebbe riflettere di più sul rapporto Autodeterminazione e Collettività. La Fede (senza miracoli) resta da sempre una difficile conquista di vita. (segue => http://forum.wineuropa.it

  • Di Fabio Barbera (---.---.---.222) 18 gennaio 2010 17:33
    Fabio Barbera

    Beh ritengo che il relativismo, come contrapposizione alla cancellazione di coerenze e realtà operata dal creazionismo, è una grande conquista.

    Il passato ci insegna poi che qualunque tipo di fede dogmatica indotta e difesa con incisività e stra-potere ha portato a contrapposizioni violente, nascita di regimi, inquisizioni, censure, "caccia alle streghe" e altre amenità.

    Per questo penso che la fede sia una buona stampella, un aiuto spirituale e morale per chi ne sente l’esigenza, ma quando prescinde da ciò per trasformarsi in qualcosa di politico e manipolatorio, quando entra nelle scuole, nei consultori, negli uffici, nella tv, nelle istituzioni allora diventa dannosa e a soffrirne è la società intera!

    Ciao, Fab

    p.s. la mia comunque è solo un’opinione, prendetela come tale!

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