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 Home page > Attualità > Politica > Napolitano striglia i magistrati. A buon intenditor, poche parole

Napolitano striglia i magistrati. A buon intenditor, poche parole

Sinceramente non me l’aspettavo, ma evidentemente anche il Presidente della Repubblica dev’essersi accorto che la tensione istituzionale era salita a livelli insopportabili e ha deciso di richiamare le parti litiganti: politica e magistratura.

Ai primi, perciò, ha ricordato i tanti problemi che affannano il Paese e che vanno quindi affrontati col dovuto impegno, senza perdersi in chiacchiere. Ai secondi, invece, Napolitano ha riservato una stoccata violentissima.

“Quanti appartengono all’istituzione preposta all’esercizio della giurisdizione si attengano rigorosamente allo svolgimento di tale funzione“.

Più chiaro di così, si muore. La magistratura ha colmato la misura e ha fatto un po’ la fine dei musicanti di Brema: andati per suonarle, finirono suonati. La smettano, le toghe, di sentirsi “potere” quando la Costituzione li ha fatti “ordine” dello Stato!

Gli sconfinamenti di campo hanno, evidentemente, ecceduto ogni limite. L’ultimo, proprio ieri, quando un Consigliere del CSM si è permesso di parlare a nome dell’Organo di Autogoverno dei magistrati, chiedendo addirittura che, nell’ambito di una pratica a tutela delle toghe di Milano e Palermo, fossero “acquisite le dichiarazioni rese dal Premier” durante la direzione del partito e poi riportate, non si capisce neanche quanto fedelmente, da stampa e tivù.

Un’idea che non dev’essere piaciuta a Napolitano, che deve avervi visto l’ennesimo tentativo di una parte di magistratura di dotarsi di competenze che assolutamente non le spettano e, peggio ancora, che violano l’equilibrio istutuzionale garantito dalla Costituzione.

Tant’è che lo stesso Presidente, sentendo puzza di golpe giudiziario (ma questa è una mia interpretazione) e relativo ribaltone parlamentare, ha messo in chiaro un altro paio di cosette:

“Nulla può abbattere un governo che abbia la fiducia della maggioranza del Parlamento, in quanto poggia sulla coesione della coalizione che ha ottenuto dai cittadini elettori il consenso necessario per governare“.

Intesi? Si mettano l’animo in pace e la smettano di tirare inutili spallate al Governo!

Non pago, Napolitano rincara la dose e dà il colpo di grazia:

“Spetta al Parlamento esaminare, in un clima più costruttivo, misure di riforma volte a definire corretti equilibri tra politica e giustizia“.

Insomma: ai magistrati spetta applicare la legge. E non polemizzare col legislatore. Perché non è quella la funzione a cui sono preposti. Tutto chiaro?

Speriamo. A buon intenditor, poche parole.

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