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 Home page > Attualità > Politica > Napolitano: la solita solfa

Napolitano: la solita solfa

Più noia che interesse, ripetitività e niente di nuovo all’orizzonte. Giorgio Napolitano nel suo discorso di fine anno ha illustrato un quadro, quello del nostro Paese, sottolineando alcuni dei temi più cari a questo 2009. Fiducia al futuro, la crisi economica verrà sconfitta, nuove le istituzioni che garantiranno una politica armoniosa e serena.
 
Bei discorsi, ma deboli. Messaggi anche per il Papa e Obama, forse le uniche novità di una storiella che ha stancato la maggior parte degli ascoltatori. I punti toccati dal Presidente riguardano per la maggiore i giovani, il Mezzogiorno, le famiglie che a stento arrivano alla fine del mese, gli anziani. Questi i soggetti bisognosi, questi gli argomenti messi sul tavolo di discussione politica.
 
Napolitano preme sul fatto che dispiace vedere giovani che perdono speranze, che non vedono più la possibilità di realizzarsi individualmente né di poter pensare a dei progetti propri. “Ci sono nelle nuove generazioni riserve magnifiche di energia, di talento, di volontà, ci credo non retoricamente, ma perché ho visto di persona come si manifestino in concreto quando se ne creino le condizioni”. Domanda lecita: dove sono queste condizioni? Non è certo un dilemma attuale, è stravecchio, quasi datato, perché dovrebbe acquisire importanza nel 2010? I giovani sono in difficoltà da sempre, è caratteristica scontata del nostro Paese questa.
 
Poi si passa al tema scottante: le riforme. "L’obbiettivo è mantenere l’equilibrio dei poteri dello Stato, a cominciare da quello tra Governo e Parlamento". Satira pura. Ancora sui carcerati: "penso ai detenuti in carceri terribilmente sovraffollate, nelle quali non si vive decentemente, si è esposti ad abusi e rischi, e di certo non ci si rieduca”. Ed ecco "il regalo di Natale" a Giuseppe Graviano: togliamolo dall’isolamento.
 
Continua parlando della Costituzione: questa può essere rivista, modificata. "L’essenziale è che, in un rinnovato ancoraggio a quei principi che sono la base del nostro stare insieme come nazione, siano sempre garantiti equilibri tra potere esecutivo, potere legislativo e istituzioni di garanzia, e che ci siano regole in cui debbano riconoscersi gli schieramenti sia di governo sia di opposizione”.
 
Il 2009 anno delle leggi ad personam, le ennesime, la firma di chi afferma equilibrio politico è la stessa che ha dato il consenso a quei provvedimenti chiamati Lodo Alfano e Scudo Fiscale, la fase comica continua. Un discorso sublime, chiaro, preciso, a tratti quasi imbarazzante. Le belle parole non aiutano nessuno, la retorica nemmeno, le promesse vanno a farsi benedire. 2010, prime similitudini con l’anno precedente.
 

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