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La strada più breve. Le ferite riaperte da Rosarno

Rosarno è la parodia d’Italia, si diceva. Rosarno incarna due problemi fondamentali per l’Italia, due problemi che coinvolgono milioni di persone e che influenzano fortemente la politica e la società italiana. Il razzismo e la criminalità. L’immigrazione e la legalità. Gli extracomunitari e la mafia. Due problemi che gli schieramenti politici italiani affrontano in maniera diametralmente opposta.
 
La Lega Nord è sicuramente il partito più radicale nell’affrontare la questione immigrazione. Per loro esiste un dogma, il quale dice che lo straniero è pericoloso e non può e non deve godere dei diritti acquisiti per nascita dalla gente del luogo. Nel caso in cui non vi sia alcun pericolo dal punto di vista dell’ordine pubblico c’è sempre la carta della difesa della cultura e delle tradizioni locali, minacciati dagli stranieri.
 
Tutti gli altri partiti sono molto meno radicali su questo tema. Tutti quanti però sembrano dimenticare uno dei due aspetti fondamentali. Il primo è che, in effetti, l’immigrazione non può portare a nulla di buono se non è accettata e capita dalla popolazione. Ovvio che questo è molto difficile che accada, ma la politica e i media devono esercitare esattamente questo ruolo. E’ inimmaginabile fermare l’immigrazione, un fenomeno che è una costante della specie umana, dunque bisogna cercare di renderla il meno difficoltosa possibile, sia per chi ospita che per chi viene ospitato.
 
Un’altro aspetto che viene spesso dimenticato è proprio che l’immigrazione è un fenomeno che non si può fermare, è insito nella natura umana. Inoltre gli immigrati che dall’est Europa e dall’Africa giungono in Italia e in Europa percorrono migliaia di chilometri in situazioni spesso pericolosissime per sfuggire a una situazione senza alcuna prospettiva e senza alcun futuro. Come si può biasimare una persona che, vivendo in una terra poverissima, dominata da dittatori sanguinari e dunque senza alcuna prospettiva per il futuro cerca di sfuggire da questi luoghi per arrivare nella ricca Europa? L’uomo ha sempre ragionato così, si è sempre comportato in questa maniera. Se non l’avesse fatto forse oggi non esisterebbe nemmeno come specie animale.
 
Anche l’aspetto della criminalità organizzata, delle mafie e dei loro traffici è affrontato in maniera completamente diversa. I berlusconisti si beano un giorno sì e uno anche degli arresti e dei sequestri effettuati, gli altri temono che il giro d’affari delle mafie sia aumentato a dismisura nel 2009. Le leggi che questo governo ha varato o ha intenzione di varare sembrano favorire molto gli affari dei mafiosi. Le intercettazioni ad esempio favoriscono molto l’economia criminale, un campo dove la mafia la fa chiaramente da padrona. E si sa che la mafia non esiste per fare le ammazzatine, ma per accumulare e gestire denaro e potere.
 
La destra italiana è convinta di contrastare la mafia con la repressione e gli arresti, un metodo che va sicuramente utilizzato, ma assieme a quello dei controlli e della lotta ai crimini economici e politici, che sono la vera forza della mafia del nuovo millennio, quella col colletto bianco, la valigetta e la macchina bella, ma priva di "pocket coffee" e tritolo. Quella mafia, quella moderna, è ancora intoccata e intoccabile. E questa è una grossa preoccupazione per il futuro della democrazia e dell’economia italiana.
 
A mio parere, in entrambi i casi, la destra applica un principio molto semplice: trovare la strada più breve e rapida per ottenere risultati spendibili in un periodo di breve o medio termine. Non importa se poi questi risultati non reggeranno o si riveleranno fasulli o addirittura deleteri, l’importante è ottenere qualcosa. La sinistra invece cerca (o dovrebbe cercare) delle soluzioni più a lungo termine, più difficoltose da elaborare e da applicare ma che dovrebbero ottenere dei risultati più significativi, almeno nel tempo. Risultati che durino a lungo.
 
La via più difficoltosa dunque, quella che ci farà percorrere una strada irta di ostacoli e difficoltà, è quella che alla fine ci porta a destinazione, quella dai cui ricaveremo l’insegnamento più profondo e utile. La via più semplice, corta e facile invece potrebbe rivelarsi alla fine una delusione. Questo è un insegnamento che gli uomini più profondi e saggi hanno imparato e insegnato da molti secoli ormai. Chissà se anche i politici italiani riusciranno a farlo proprio.

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