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La stagione delle promesse

Elezioni fissate per fine marzo.

La natura nella sua immensa saggezza ci ha abituati a fare conto su periodi precisi dell’anno durante i quali per millenni gli uomini hanno lasciato che essa scandisse loro il ritmo della vita, traendone tutto quanto era necessario alla loro sopravvivenza.

Cito, per spiegarmi meglio, il momento della mietitura del grano, quello della vendemmia che sono, insieme con i lunghi periodi della transumanza, oggi quasi scomparsa, tra le più importanti attività che l’umanità in un incessante, monotono ripetersi ha portato avanti per centinaia di secoli.
 
A queste ataviche attività umane negli ultimi anni, inventata dal nostro “viveur tuttofare”, se n’è aggiunta un’altra, sicuramente più effimera, ma veramente singolare: “la stagione delle promesse mirabolanti fatte sotto le elezioni” che in maniera più semplice si potrebbe sintetizzare in “la stagione delle bufale”. Inutile precisare che queste “bufale” più che produrre latte per le mozzarelle producono voti.
 
Questa nuova stagione, tipica del degrado dell’Italia degli ultimi vent’anni, non ha una data fissa, ma così, come la Pasqua è legata alle fasi lunari, essa dipende direttamente dal giorno in cui vengono fissate le elezioni: comunali, regionali o nazionali che siano.

Sin da alcuni mesi prima, fino al giorno delle elezioni, fissate questa volta per fine Marzo, si possono sparare impunemente le più improbabili balle senza che questo popolo mezzo addormentato si accorga minimamente che si tratta sempre di promesse che non saranno mantenute o peggio, che se fossero mantenute dovrebbero necessariamente indurre il legislatore ad altri provvedimenti.

In genere, questi nuovi provvedimenti volti al recupero degli introiti venuti meno per tener fede a quanto promesso, favoriscono quelli più affini alla moralità e alla consistenza finanziaria del “satrapo” e danneggiano tutti coloro che vivono come i comuni mortali di ogni latitudine: la piccola e media borghesia e gli operai; quel mondo insomma, che da sempre, quotidianamente tira la carretta impedendo che questo paese finisca gambe all’aria mentre altri si attribuiscono meriti da salvatori della patria.
 
Non dovrebbe essere necessario, per comprovare la veridicità di quanto affermo, ricordare l’affaire Alitalia (quattro miliardi di euro del contribuente italiano gettati alle ortiche per favorire i soliti amici del premier) e l’obbrobrio della social card, ma a costo di fare il sofista ho voluto riportare questi provvedimenti alla memoria di chi mi legge.

Molti di quelli che hanno avuto la social card sono stati raggiunti da lettere da parte dell’INPS che li invitavano a restituire somme indebitamente ricevute in anni precedenti per cui costoro hanno finito per avere, in un anno, circa cinquecento euro con la card e ne stanno restituendo il triplo, il quadruplo prelevati coattivamente dalle pensioni. Solo io di questi poveracci costretti ad accettare dogmaticamente quanto viene loro richiesto ne conosco parecchi.
 
Mi risulta, inoltre, che le maggiori difficoltà sono state riservate a quelli che per le loro pratiche si erano rivolti ai CAF della CGIL e allo SPI.

Il desiderio del Premier e dei suoi chierici di distruggere la CGIL è incontenibile. Ci provarono anche nell’altra legislatura, ma, ne sono sicuro, alla fine dovranno rassegnarsi perché questo sindacato che affonda le radici nella storia dell’Italia democratica sopravvivrà ad ogni attacco e sarà attivo anche quando di questa gentucola di oggi non ci sarà più traccia.
 
Ma quali sono le “bufale” appena sparate dagli esponenti del Governo? Non ridete vi prego! Tremonti ci ha parlato del posto fisso e il sig.TV ha risposto con l’abolizione dell’IRAP.
 
Ora io non capisco perché gli italiani siano così contrari a questo posto fisso. Se il professore dice che è meglio del posto precario statelo a sentire, ubbidite e prendetevi questo posto fisso. Vedrete che dopo un po’ vi ci abituerete e capirete che oltre ad essere meglio di un impiego precario forse è anche meglio della disoccupazione. Come vedete Dio vede e provvede mandandoci di tanto in tanto qualche anima pia a rischiararci il cammino.

Per quanto riguarda l’IRAP poi, non abbiamo alcun dubbio, se è buona la proposta di Tremonti che è un suo sottoposto quella di Berlusconi non può che essere ottima. Gli euro (tanti) che non sarebbero incassati con la rinuncia a questa tassa saranno rastrellati come d’abitudine dalle tasche dei soliti noti: media e piccola borghesia e classe operaia.
 
Mentre mi giunge notizia che Tremonti è arrabbiato poiché Silvio senza consultarlo ha sparato la bufala dell’IRAP, desidero accomiatarmi da voi con un’implorazione che da bambino udii da una signora che speculava sulla fame della gente affittando, a prezzi esosi, camere ai poveracci che avevano avuto le proprie case distrutte dai bombardamenti.

La supplica suonava così: “Signore aiuta i ricchi tanto i poveri ci sono abituati”. Costei non era parente di Berlusconi, ma se fosse viva gli darebbe sicuramente il suo voto.

Commenti all'articolo

  • Di pv21 (---.---.---.1) 24 ottobre 2009 16:50

    Alla politica dei gossip e degli spot manca un passaggio fondamentale. Confrontarsi con le VOCI dentro l’eclissi di uomini che hanno dato esempio di dirittura morale, coerenza, responsabilità ed impegno civile. La macchina statale non si raddrizza con le Crociate Ministeriali. La Rigenerazione della scuola non ha bisogno di continue riforme che mascherano i problemi di fondo. Alla Crisi - Atto secondo non servono parole di compassione verso imprese senza credito, famiglie insolventi e dipendenti a rischio del posto fisso. (c’è di più => http://forum.wineuropa.it )

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