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La Romania rassicura l’UE: in autunno nuova legge per le adozioni internazionali

Il blocco delle adozioni internazionali era stato deciso dal governo Nastase nel 2004 e confermato dal successivo governo Tariceanu: la Romania voleva nascondere la propria sporcizia sotto il tappeto

 

Nel 2004, con la Legge n° 21, l’allora governo socialdemocratico della Romania decise di bloccare le adozioni internazionali di minori: il premier dei tempi, il chiaccheratissimo Adrian Nastase, giustificò la norma asserendo che vi era il fondato sospetto che i bambini romeni adottati da una coppia straniera finissero in realtà a rinvigorire l’odioso e turpe traffico internazionale degli organi umani. Stante l’alto grado di corrutela esistente nei vari tribunali per i minorenni e per la famiglia romeni, era il ragionamento di Nastase, poteva benissimo essere che i giudici decidessero di affidare gli orfani non a sane coppie che li avrebbero fatti crescere in un ambiente sereno ma a turpi trafficanti mafiosi. Si decise così di limitare le politiche delle adozioni di minori alle sole famiglie romene, nonostante Bucarest avesse siglato in materia le Convenzioni di New York nel 1989 e dell’Aja nel 1983. La Romania è un paese dove gli orfani erano e sono tuttora un esercito: negli ultimi tempi della dittatura di Causescu, la politica demografica del regime comunista, che richiedeva a ciascuna donna un " alto numero di braccia da donare al progresso della patria", causò un incontrollato boom di nuove nascite assolutamente sproporzionato alle esigenze del paese.



Dopo la rivoluzione del 1989, ed il conseguente crollo del welfare comunista, gran parte di questi bambini, in realtà mai amati sino in fondo, furono abbandonati dai poverissimi genitori negli orfanotrofi da cui, abbrutiti, uscirono solamente al compimento del diciottesimo anno d’età quando senza tanti complimenti vennero sbattuti in mezzo ad una strada liberi di prostituirsi, drogarsi, rubare ed uccidere. Ormai l’insana abitudine di mettere al mondo un alto numero di creature, tanto poi a crescerle ci avrebbe pensato l’orfanotrofio, si era insinuata nella mente di tante giovani donne, perlopiù sprovvedute provenienti dalle campagne, e così ancora oggi, a vent’anni dalla rivoluzione, si trovano rinchiusi in questi veri e propri ghetti circa centomila minori. Il desiderio di Nastase di dare una famiglia romena a ciascuno degli orfani del paese rimase tale anche perché buona parte delle famiglie romene non aveva le disponibilità finanziarie necessarie per occuparsi di un’altra bocca da sfamare. Il successivo governo Tariceanu, poi, per ragioni di prestigio nazionale, approssimandosi l’ingresso della nazione nell’Unione europea, cercò di nascondere la polvere sotto lo zerbino affinché i partner europei non si accorgessero dei drammi sociali romeni e non fece nulla per migliorare la situazione. Oggi considerata anche la necessità di chiudere, per obbligo imposto dall’Unione europea, la quasi totalità degli orfanotrofi e visto che le cosiddette " assistenti maternali" alla guida di piccole comunità di minori riescono a gestire solamente trentamila casi, il governo Boc, anche a seguito di una vibrata protesta da parte del Parlamento europeo, ha deciso di dotare la Romania in autunno di una nuova legge sulle adozioni che rimuova il blocco alle adozioni internazionali. Durante il recente incontro bilaterale dei ministri degli Esteri italiano e romeno, Diaconescu avrebbe assicurato a Frattini un formale impegno nel senso. La coalizione socialdemocristiana (PSD-PDL) attualmente al governo a Bucarest sarebbe infatti intenzionata, secondo quanto detto dal premier Boc, a far guadagnare alla Romania tutto il tempo perduto durante "l’inazione del governo Tariceanu", interessato solamente a far entrare il paese nell’Unione europea. L’Italia tra l’altro, anche in virtù dei forti legami con la Romania, è fortemente interessata alla svolta promessa da Boc considerato il grande impegno profuso specialmente dall’attuale sottosegretario Giovanardi nel convincere Bucarest a ridare una prospettiva di vita ai tanti suoi giovani " senza padre ne madre"

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