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La riforma Brunetta per il Sud

Nel turbinio della polemica per la riforma fiscale, è passata quasi inosservata la prima seria riforma del Governo per il Sud, messa in campo ad opera del Ministro Renato Brunetta: con l’anno nuovo le carriere dei dipendenti di tutte le pubbliche amministrazioni saranno disciplinate da pubblico concorso aperto a chiunque possegga i titoli richiesti.
 
Nulla di più lontano da quello che è sinora successo, ad esempio, in Sicilia, dove le scelte dei funzionari in posizione apicale per Uffici del Genio Civile, Soprintendenze e quant’altro sono sempre avvenute mediante nomine discrezionali senza il più vago accenno a norme di pubblica evidenza. Anzi, l’inizio del nuovo anno ha portato all’azzeramento dell’intera dirigenza regionale e ad una conseguente tempesta epocale di nuove nomine.
 
La novità introdotta dal Ministro Brunetta, se accolta ed applicata, dovrebbe invece portare all’abbandono di ogni pratica discrezionale nello sviluppo delle carriere dei pubblici funzionari; dovrebbe anche comportare un certo rispetto dell’obbligo di pubblico concorso per le assunzioni (sarebbe il colmo far carriera per concorso, ma essere assunti senza).
 
Le conseguenze finirebbero per riversarsi inesorabilmente sulla politica. Dispiace dirlo ma, sinora, alla classe politica meridionale non è stato richiesto un importante contributo d’idee nella gestione della “cosa pubblica”, bensì un sapiente destreggiarsi nella ricerca clientelare del consenso. E, sinora, la possibilità di gestione discrezionale dei pubblici dipendenti è stato lo strumento fondamentale della “politica clientelare”. Il problema del politico è ricevere voti alle elezioni e la via clientelare al voto si fonda sull’improprio utilizzo della «macchina pubblica» e della sua dirigenza. Per questo motivo, confidenza raccolta dal vostro reporter, la differenza fra i dipendenti statali ed i dipendenti degli Enti locali è consistita nel fatto che questi ultimi «hanno sul collo il fiato del politico», mentre i primi no (i primi fanno carriera quasi esclusivamente per concorso).
 
Da quanto sopra tre gravi negative conseguenze. La prima per i dipendenti pubblici danneggiati: non è mai piacevole vedersi scavalcare dal vicino di scrivania, ma se questo accade non per suoi meriti, ma il suo legame con il politico di turno, ebbene la cosa è veramente difficile da digerire.
 
La seconda per i cittadini/utenti. Non sempre i criteri di scelta della classe politica vanno nel senso di premiare l’impegno e la professionalità: spesso premiano i servitori più fedeli, e più sciocchi sono più è meglio. C’è da stupirsi se tanti uffici pubblici di Enti locali in Sicilia funzionano malissimo?
 
La terza ed ultima i politici veri, quelli che vorrebbero misurarsi nell’agone politico nel rispetto delle regole, e perciò con la messa al bando del clientelismo. Anche per loro (e ne esistono tanti) non deve essere proprio piacevole vedersi sconfitti da chi sa solamente muoversi con astuzia e con abilità nel sottobosco del clientelismo.
 
Per tutto quanto sopra non sarà difficile all’attuale esecutivo aumentare il proprio consenso grazie a questo tipo di provvedimenti: dipendenti pubblici o cittadini/utenti o interessati alla politica, tutti quanti noi ci riconosciamo in queste tipologie di rapporti con la Pubblica Amministrazione. Per questa via, il consenso per l’attuale governo finirà per attingere percentuali bulgare; e ciò anche e soprattutto per l’attuale assoluta scellerata cecità politica delle sinistre su questo tipo di problematiche.
 
Ovviamente perché il Meridione possa trarre un significativo beneficio dalla nuova normativa, i suoi cittadini dovranno controllarne con puntigliosa assiduità l’applicazione ed il rispetto e finirla di stare sempre ad aspettare che arrivi la manna dal cielo: questa attività di controllo non la farà mai nessuno per loro al posto loro, non vi è nessun Brunetta che tenga. E la reazione alla riforma delle forze conservatrici sarà con ogni probabilità furibonda.

Commenti all'articolo

  • Di pv21 (---.---.---.143) 13 gennaio 2010 18:43

    Due notazioni. Sembra che solo al Sud si facciano nomine e non concorsi. Sembra che abbiamo finalmente trovato un criterio oggettivo e puntuale per valutare le candidature. La priorità della PA non è calare dall’alto circolari e disposizioni. I tanti problemi della PA non si risolvono con le CROCIATE Ministeriali che promettono i miracoli della "digitalizzazione". (c’è di più => http://forum.wineuropa.it

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