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La Fiat ed il «cambiamento» di Barack Obama

Non è possibile capire sino in fondo il significato della grande opportunità che oggi si offre alla FIAT con l’accordo con Chrysler, senza considerare le radici più profonde della società nord-americana, quelle calviniste.

La concezione religiosa e politica elaborata dal duro ed inclemente riformatore ginevrino Jean Calvin, improntò di se anche le comunità che formarono gli Stati Uniti d’America.
 
Essa favorì, per usare ancora una volta le parole di Benedetto Croce, «un nuovo abito morale, temprò i caratteri, spronò all’operosità come all’adempimento della missione assegnata da Dio a ciascun uomo nella sua particolare professione, fece scorgere un segno della grazia divina nella prosperità del proprio lavoro».
Oggi l’America, rimasta sempre al fondo integralmente calvinista, sa di essere in ritardo per essersi affidata per otto lunghi anni ad una parte politica che non aveva capito da che parte si trovava la Nuova Frontiera ed era rimasta all’annessione del Texas, ai pozzi di petrolio, alle macchine grandi come Limousine, all’aria condizionata.
 
Un lungo torpore, in cui percepiva da lontano le parole di uno splendido politico come Al Gore, rimasto a fargli da coscienza mentre il suo Presidente si perdeva sempre di più.

 
A questa America Barack Obama ha detto che era necessario un «cambiamento» ed oggi lo sta attuando con lo stesso spirito che animò i Padri Pellegrini, che si insediarono nel New England e fondarono la loro colonia lungo la costa atlantica del Massachussetts.
 
Il «cambiamento» proposto da Barack Obama non è uno slogan della politica spoliticata, come quelli che siamo abituati subire sistematicamente e con grande fastidio nel nostro Paese: è una proposta politica in senso vero e stretto.
Non è facile ripensare l’automobile, forse il simbolo più vero dell’America insieme ai film di Hollywood, e capire l’assurdità dell’idea che sia bello muoversi portandosi dietro tonnellate di inutile acciaio cromato. Ma questo è quello che gli americani pensano di dovere fare.
 
E per farlo hanno scelto FIAT. Perché FIAT non è solo FIAT.
FIAT è anche Alfa Romeo e Ferrari, FIAT è glamour italiano ; FIAT è proviamo a cambiare insieme a questi europei genialoidi ma disordinati, così diversi da noi e, proprio per questo, forse i migliori compagni per fare insieme questo percorso di cambiamento .

Quella che è appena cominciata per Sergio Marchionne è una vera e propria epopea, come quella del West.

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