• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Economia > La crisi come opportunità

La crisi come opportunità

Mentre si susseguono con ciclica periodicità le onde dello tsunami economico/finanziario mondiale, sorge da più parti l’invito a saper cogliere la crisi come una opportunità di progresso.

Non sarebbe la prima volta; accadde ad esempio, in campo medico, nel 430 ad Atene, quando, mentre la polis era in guerra con la rivale Sparta, scoppiò una terribile pestilenza.
 
Prima di essa la scienza medica era decisamente fiera dei suoi progressi. In un’opera medica della metà del V secolo, I luoghi nell’uomo, è scritto : «La medicina è stata ormai tutta scoperta, ed è così costituita da insegnare in ogni caso le forme e le opportunità ….. La medicina ha basi solide in ogni sua parte e le migliori conoscenze di cui consta non sembrano affatto avere bisogno della fortuna».
 
Orbene, dinanzi al diffondersi nella città del morbo, causa fra l’altro non secondaria della sconfitta militare, i medici rimasero impotenti.
 
Ma, dinanzi ad un simile tracollo, la loro reazione, connotata da straordinaria potenza intellettuale: rinunciarono alla tesi della compiutezza e dell’onnipotenza della loro scienza ed accettarono che essa, in quanto sapere razionale fondato sull’esperienza, doveva percorrere nella sua storia una «via». Il suo cammino lungo la via è un percorso in avanti, progressivo, perché la via è giusta, come confermano la ragione, il metodo, l’esperienza.
 
Il testo cruciale su cui è riportata questa nuova tesi è Antica medicina, che è stato datato dagli studiosi nell’ultimo quarto del V secolo.
 
Questa straordinaria concezione del sapere scientifico, applicata in tutti campi del sapere umano, è alla radice della nostra civiltà.
 
Dunque non è un azzardo voler considerare l’attuale crisi come una opportunità: è necessario, però, un atto di umiltà, il riconoscimento di errori e di debolezze, il superamento di aporie.
 
Ad esempio, nel caso dell’azienda-Italia non è difficile trovare uno degli atti di umiltà che conviene fare: riconoscere l’eccesso di spesa pubblica.
 
Quanto pesa in questa difficilissima congiuntura l’eccesso di debito pubblico, stoltamente accumulato durante il periodo delle «vacche grasse»! Quanto sarebbe stato più facile affrontare le onde dello tsunami economico/finanziario senza il suo peso, sfruttando anche l’efficienza del nostro sistema bancario!
 
A questo punto finisce sul banco degli imputati la politica, o meglio quella degenerazione della politica che è la politica clientelare, che trae linfa vitale dallo sperpero delle risorse pubbliche in favore dei clientes e non per il bene collettivo.
 
Sapremo trarre le conseguenze di quanto sopra e riformare la politica, eliminando ogni forma di clientelismo?
 
Comunque sia di ciò, questo appare un modo di pensare la crisi come una opportunità.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares