L’Italia nella morsa del cuore

Bondage. 

Un po’ sì: un po’ quel senso di asfissia l’informazione-lato-politica la sta dando. Quasi come se un cerotto lasciasse affogare i miasmi e la rabbia montante fino a condurlo al sopimento. Un cerotto, facciamo, che dalla guancia si porta alle vie aeree. Lasciandoci morire, naufraghi, in un obnubilamento da cuoricini e tendenziosità esasperate e tacciate malamente.

Cervelli in poltrona e accordi sul tavolo. 
Siamo messi male, diciamocelo chiaro: la campagna, montante, nel 2009 c’è stata. E ha portato persino, con giubilo di chi ne è certo, alla perdita del 6% dei consensi. Per lui, sì. Niente, riparti dal via. Io temo: non si tratta di pausa, nè di tregua armata nè di mirino abbassato causa corsa agli armamenti. Qui balla l’impoltronimento sociale, un clima natalizio complce che raduna alle “cose essenziali e belle della vita”, il mangiare bene, lo stare coi cari. Fuori il mondo urlava, ora sembra discutere, prodigo a connivenze e inciuci. E la melma sale, e fa incetta di regioni.

Terzismo is not a fake. 
Tutto daccapo, tutto da rifare, o solo da aspettare. Si da il caso, e il caso è tutto mio, che urga scintilla prorompente, fiammata che alzi il livello. Che possa porre il limite critico della nevrosi politica di nuovo sopra l’asticella. Ma cosa? Ho paura che questa fase aneddottica-da-Stampa\natale-è-arrivato-è-tempo-di-rinvigorite-e-moderate-passioni-da-Corriere possa essere perfino più disgustosa, più urticante da vivere.
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