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L’elettorato e la Destra o la sindrome del piffero magico

Due testi di due autori che mai s’incontreranno perché forse sicuramente non sanno dell’esistenza l’uno dell’altro. Due testi distanti geograficamente e culturalmente, due vite in due realtà distinte. Lei con le idee di Sinistra, lui si dice al di là della Destra e della Sinistra. Lei al Sud, lui al Nord. Ma tutti e due vivono nello stesso paese, questa Italia. Tutti e due fanno la stessa costatazione: "chi è stato oppresso arriva ad osannare l’oppressore".

Di affabilità e di scortesia
di Anna Pacifica Colasacco da Miss Kappa, 03 ottobre 2009

Ieri mattina ho incontrato un funzionario della protezione civile, presso la Di.COMA.C., la direzione di comando e controllo, alla scuola della Guardia di Finanza. Dopo lunga fila, ho potuto colloquiare con un giovane campano. Gentilissimo, affabile, sorridente, accondiscendente. Voce pacata, quasi ipnotizzante, mi ha spiegato che siamo un popolo fortunato, poiché abbiamo ricevuto tantissimi soldi ed abbiamo avuto a disposizione centinaia e centinaia di persone, dotate di spirito di abnegazione, che si sono immolate per la nostra causa. Mi ha spiegato che chi è contro di noi sono le amministrazioni locali ed i nostri stessi concittadini, che non si adoperano a che le cose proseguano per la giusta strada. Quella scelta dal governo. Mi ha fatto riflettere su quanto sia stata sbagliata la scelta, da me intrapresa, di provvedere a me stessa, scavalcandoli. Ora avrei un tetto sulla testa, un confortevole hotel, letto e vitto assicurati, e dovrei solo aspettare che loro finiscano di sistemare le cose per me e per noi tutti. Mi ha detto che la cosa più importante è avere fiducia in chi opera per il nostro bene. Sempre gentilissimo, mi ha dato dei moduli da riempire, asserendo che, su questioni spinose come il lavoro e il danaro dell’autonoma sistemazione che non arriva, risponde unicamante il Comune di L’Aquila. La protezione civile pensa all’unica cosa importante: le c.a.s.e. per gli Aquilani. "Vedrà signora", mi ha salutata stringendomi affettuosamente entrambe le mani," tutto andrà a posto. Abbia pazienza e ci accordi fiducia."

Uscita, mi sono diretta verso l’ufficio del Comune, assistenza ai cittadini, due stand più in là. Ho incontrato, sedute dietro la stessa scrivania, due giovani impiegate, molto arroganti e mal disposte, anche volgari,che mi hanno detto che nulla possono fare per me, mi devo rivolgere alla Protezione Civile. Son tornata dal funzionario facendogli notare che le impiegate, abbastanza alterate, mi avevano rimandato da lui. Il giovane mi ha guardata, con lo stesso sorriso pieno di partecipazione e comprensione, e mi ha detto, "vede, signora, avevo ragione. Come si può essere scortesi con chi ha subito un dramma come il vostro? Queste persone sono i vostri avversari". Nulla ho detto, sarebbe stato come scontrarsi con un muro di gomma. E sarebbe stato inutile sprecare le mie energie residue. Il mio pensiero, però, è andato ai tantissimi Aquilani che hanno avuto modo, dal 6 aprile ad oggi, di colloquiare con i funzionari di protezione civile. E con quelli del Comune. Ed ho capito come molte cose possano essere accadute fino a portarci allo stato attuale, dove chi è stato oppresso arriva ad osannare l’oppressore. Ed a plaudirne l’operato scellerato e le scelte non condivise.

Raggiungendo l’automobile nel parcheggio, ho trovato sul vetro un volantino " FINAbruzzo service. Finanziamenti personalizzati ed imbattibili fino a 50.000 euro. Subito." Questa è l’unica soluzione concreta che mi è stata posta fino ad ora. Giustapposta al momento giusto, nel luogo giusto. Dai soliti sciacalli.


Narcisismi di destra, antipatie di sinistra
Massimo Fini da Il Fatto Quotidiano, n°4 26 settembre 2009

Come mai tanta brava gente, pur capendo benissimo chi è Berlusconi, continua a dargli la preferenza? Perché la sinistra è odiosa. Ha una perenne supercigliosità, una puzzetta sotto il naso, un guardar dall’alto in basso che le deriva dalla tradizione del vecchio Pci, solo che quando questo atteggiamento era di Amendola o di altri comunisti dell’epoca poteva anche avere una legittimità e incutere rispetto, negli stracciaculi di oggi suscita solo fastidio.

L’attuale destra, che per la verità si fa fatica a chiamar tale perché la destra è una cosa seria, è molto meno spocchiosa. A cominciare dal "lider maximo”. Ho un paio di ricordi in proposito. Ero a San Siro, con mio figlio, a vedere Milan-Toro. Poiché il Milan praticava una politica di abbonamenti a tappeto avrei dovuto andare in curva, ma con un bambino di dieci anni non me l’ero sentita di portarlo fra gli assassini. Così ero finito fra gli stronzi della Tribuna d’Onore. Durante l’intervallo molti importanti giornalisti - mi ricordo Piero Ostellino - si erano accalcati attorno a Berlusconi, vezzeggiandolo con alti squittii. La scena si era ripetuta alla fine della partita. Io stavo uscendo dallo stadio con mio figlio. Berlusconi mollò il manipolo di leccaculi e venne dritto verso di me: «L’ho vista ieri al Costanzo Show». «Ah, ma vede proprio tutto, presidente» risposi e me ne andai. Sapeva benissimo che ero un antipatizzante, ma per il suo narcisismo, per la sua inesausta ansia di piacere a tutti, per l’incapacità antropologica di concepire che si possa pensarla diversamente da lui, aveva cercato di sedurmi. Non ci era riuscito. Ma almeno ci aveva provato. Aveva dimostrato attenzione per la mia persona. E lo stesso mi è capitato le volte che ho incrociato Fedele Confalonieri che, nella coppia, ha la parte del “poliziotto buono”.

Se incontro, a qualche trasmissione, Pecoraro Scanio, dicesi Pecoraro Scanio, costui mi passa attraverso, non mi vede neanche. Pamela Villoresi è una mia cara amica e quando si trova a Milano è ospite da me. È la classica “suorina di sinistra ” - in più di vent’anni di conoscenza non mi è riuscito di convertirla a sentimenti più sobri - e alla sinistra, per pura passione ideale, ha reso parecchi servigi gratuiti. Poiché oltre a far l’attrice organizza festival di teatro è costretta ad avere rapporti con le Istituzioni. Bene, l’ho vista cercare di contattare Rutelli, dicesi Rutelli, e passare per una trafila esasperante, senza riuscirci. Di recente mi ha raccontato, un po’ sbalordita e un po’ lusingata: «Sai, l’altro giorno ho telefonato a Gianni Letta. Non mi ha lasciato quasi aprir bocca: “Signora che piacere. Io l’ammiro moltissimo. Vediamoci quando vuole, anche subito”». Sarà l’ «inferiority complex» che questa destra nutre nei confronti del mondo della cultura, ma così è. Poi magari fanno leggi che segano cultura, teatro, scuola. Ma, sul piano personale, la sinistra riesce ad essere più antipatica di questi mezzi manigoldi. E ce ne vuole.

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