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L’Aquila e “RilAquila”: un terremoto percepito e “non autorizzato”

Il giornalista abruzzese Giuseppe Caporale ha realizzato la cronaca "non autorizzata" del grande terremoto avvenuto in Abruzzo: "L’Aquila non è Kabul" (www.castelvecchieditore.com, 2009).

6 aprile 2009, ore 3.32: L’Aquila collassa. Caporale “era lì, un’ora dopo la distruzione… Era lì nei giorni seguenti… Ha cercato ci capire, ha indagato, ha anche scoperto quello che qualcuno voleva nascondere… è stato un testimone oculare della tragedia abruzzese” (Attilio Bolzoni).

Questo libro è il racconto di un’altra tragedia italiana che si poteva limitare e qui di seguito riporto alcuni brani, brevi, ma molto significativi, di questo crudo reportage:

“Vedo un ragazzo che a piedi nudi scava disperato tra le macerie… Ha salvato sette persone… Provo a parlargli, a confortarlo. Si chiama Gentjan Kocaqi, ha poco più di vent’anni ed è di origine albanese. Studia Informatica qui all’Aquila, ma per vivere fa il cameriere” (p. 14). 

“Sul prato, alla spicciolata, arrivano tutti i più noti giornalisti italiani. Passeggiano e parlottano tra le macerie quasi avvezzi ad ogni nefandezza, ad ogni dramma” (p. 18). Poi seguono “Le interviste ossessive ai sopravissuti, la caccia ai disperati scampati alla morte, sporchi e miracolati, e non ultima la domanda più frequente del giornalista rapace: “Come si sente?”.

Berlusconi decide di svolgere il G8 alla scuola sottufficiali “Vincenzo Giudice”, in via delle Fiamme Gialle all’Aquila, che “non è più un bene dello Stato dal 2004, da quando l’allora Ministro delle Finanze, Domenico Siniscalco – governo Berlusconi – decise di vendere 396 beni immobili di proprietà pubblica a un fondo immobiliare (Fip) – appositamente costituito – per fare cassa e ottenere quattro miliardi di euro. Fu un pool di banche a pagare (quasi tutte straniere). Lo Stato ha speso diversi milioni di euro (forse dieci) per ristrutturare la cittadella militare… ha anche sottoscritto un contratto di affitto in cui si impegna a versare nelle casse di questo gruppo bancario oltre tredici milioni di euro, come canone per continuare a mantenere aperta la scuola ufficiali”. Le banche come si sa ci guadagnano sempre: anche quando va male a tutti gli altri.

Il procuratore cerca i colpevoli, quelli che “hanno aiutato il sisma a trasformare un dramma in una strage da trecento morti” (p. 47). Diversi muratori e tecnici affermano che in molti strutture le cementificazioni e le armature non erano state fatte a regola d’arte, soprattutto nel caso di edifici pubblici, come è probabilmente avvenuto per l’ospedale e la casa dello studente (dove buona parte dei ragazzi si sono salvati grazie alla scelta autonoma di dormire da un’altra parte).

Indubbiamente i terremoti non sono prevedibili nel senso che non si può stabilire la dinamica e la forza dell’evento, se avverrà in una zona specifica e in quale ora. Ma probabilmente si possono prevedere molti eventi rilevanti con una precisione di circa 50 chilometri e in un arco di tempo di circa 24-48 ore. E soprattutto si possono far rispettare le leggi e le regole del buon senso per limitare i danni e il numero dei morti e dei feriti.

Comunque la sintesi dei fatti è questa: a gennaio 2009 inizia la prima serie di scosse significative e subentra la diatriba su come interpretare lo sciame sismico, alla fine composto da più di duecento scosse, alcune di magnitudo quattro. Quando le scosse telluriche raggiungono un certa intensità e frequenza, in paesi come la Cina, il Giappone e gli Stati Uniti, le autorità decidono di dichiarare lo stato di preallarme. In Europa invece non si segue questa direttiva, forse perché l’unico paese altamente sismico è proprio l’Italia. Sciaguratamente gli organi istituzionali italiani decidono di non autorizzare nessun comunicato di preallarme regionale. Anche a livello locale non si agisce diversamente, ma per fortuna molte persone si sono salvate grazie all’intuito, al passaparola dei cittadini e al macchinario innovativo di un ricercatore atipico e di media qualifica: Giampaolo Giuliani, che si è pure ritrovato una denuncia per procurato allarme (la classica fesseria legale all’italiana).

Giuliani è il tecnico di laboratorio del Gran Sasso che ha ideato una strumentazione che misura gli aumenti delle emissioni di gas radon nel terreno, e che può quindi rilevare i terremoti nell’arco delle successive 24 ore. Nel 2003 Giuliani brevettò il macchinario insieme al russo Victor Alekseenko, grazie anche al supporto della Caen, Spa, una società che costruisce apparati elettronici per la fisica nucleare. I primi risultati della sperimentazioni furono molto buoni, ma non si riuscì comunque a sfondare in tempo il muro di gomma cognitivo, gerarchico e accademico della protezione civile nazionale. Così a Giuliani non restò che impegnarsi a livello locale e alla fine venne tenuto in considerazione solo da un paio di rappresentanti istituzionali.

La vertenza scientifica è ancora in atto e la storia di Giuliani mi ricorda un storia abbastanza familiare. Ci fu uno studioso faentino, Raffaele Bendandi (1893-1979), che prevedeva i terremoti con una certa precisione e li collegava ad uno squilibrio gravitazionale dovuto all’influenza del Sole, della Luna e degli altri pianeti del nostro sistema solare, fenomeno che comporta alcune anomalie elettromagnetiche. Secondo la teoria di Bendandi se la Luna influenza le maree, è molto probabile che il Sole possa influenzare la crosta terrestre e che abbia una maggiore influenza sulle masse semiliquide infuocate presenti al centro della Terra (marea solare).

Comunque Raffaele Bendandi fu osteggiato perché era un autodidatta e non apparteneva alla casta universitaria, anche se col tempo riuscì ad ottenere alcuni riconoscimenti scientifici. Oggi esiste un museo e ci sono alcuni scienziati che stanno studiando il materiale e la documentazione lasciata da questo personaggio eclettico d’altri tempi che iniziò ad osservare il sole dall’età di 13 anni (per maggiori informazioni si può “ravanare” in Liquida). Il mio concittadino previde anche due terremoti a Roma: uno medio nel 2011 e uno catastrofico nel 2012. Però, siccome Bendandi era un faentino eclettico e pacioso, ed è vissuto anche lui in un Paese a democrazia molto limitata, forse intendeva fare riferimento a dei salutari terremoti politici e sociali... 

Giuseppe Caporale scrive per La Repubblica ed è direttore editoriale del gruppo televisivo Rete8-Telemare per la Regione Abruzzo.


Nota – A nome di tutti gli italiani si ringraziano gli abruzzesi per la dignità e la compostezza dimostrate e gli operatori della Protezione Civile per la loro professionalità. Una menzione d’onore spetta pure agli albergatori più generosi e a tutti i lavoratori che, seppur pagati, si sono sobbarcati un lavoro molto duro e impegnativo. Come gli operai delle società di costruzioni ecosostenibili che hanno ricostruito con celerità le case delle persone colpite dalle pazzie degli uomini e della Natura (Orceana Costruzioni, Wolf Haus ed Ets Engineering di Bergamo ): www.rilaquila.it.

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