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Il grande sogno: una scuola "di verità"

Pochi giorni fa è uscito il bel film di Michele Placido "Il grande sogno", un titolo che rievoca l’ideale mai sopito di giustizia, libertà, uguaglianza e meritocrazia auspicabile nel mondo accademico e universitario.

Chi ricorda il ’68 e le sue proteste è stato definito dal Ministro Brunetta (denunciato dal regista del film) "Italia placida e schifosa", ma non contento il Ministro ha rincarato la dose, qualche giorno dopo, con le note e colorite espressioni riservate alla "sinistra, élite di merda". Eppure io appartengo all’Italia placida e schifosa, perché come tanti io sogno una scuola diversa.

Il Ministro Gelmini usa l’espressione "scuola di qualità". Oggi vi parlerò della mia "scuola di verità", facendo chiarezza su diverse questioni che da decenni non sono mai state risolte dal Governo. Ma vorrei sottolineare che non sono nemmeno state prese in considerazione dai sindacati.
 
Nel caldo settembre 2009 ci ritroviamo a commentare le originali soluzioni del Ministro riguardo ai tagli imposti all’istruzione. Il cosiddetto decreto "salvaprecari" – di cui è appena apparsa l’ennesima bozza (16/09) – tutela tutti i docenti che nell’anno 2008-09 abbiano stipulato un contratto a tempo determinato annuale (fino al 31 agosto) o fino al termine delle attività didattiche (30 giugno) sia da USP (Ufficio Scolastico Provinciale, ex Provveditorato) che da singolo Dirigente Scolastico (art. 1 del decreto).

Sorgono tre questioni di fondo:

- che fine fanno i numerosi docenti che hanno ricevuto una nomina solo “fino al termine delle lezioni”?;

- qual è la sorte degli altrettanto numerosi docenti che hanno dovuto rinunciare a nomine da USP su sedi disagiate, ma hanno comunque lavorato con nomine da dirigente scolastico fino al termine delle lezioni?;

- come vengono considerati i casi dei docenti che hanno ricevuto una convocazione dell’USP a Dicembre-Gennaio, ma avevano già stipulato contratti con nomine da dirigente?

Molti di loro, per tutelare i propri alunni, hanno rinunciato alla convocazione USP per restare nella scuola dove lavoravano, così ora sono esclusi dal decreto “salva-precari”.

Ma tali questioni sono solo l’effetto di problemi più complessi, questioni davvero "di qualità" (come la scuola che sogna il Ministro Gelmini), che ci fanno apparire la bozza "salva-precari" il pretesto dietro cui nascondere un bieco tentativo di regionalizzare la "questione precari", ossia delegare ai vari USP le decisioni in merito ai contratti di supplenza. In pratica, il centro della bozza non è "assorbire una parte di precari", ma "decidano gli USP, in accordo con le singole Regioni, a chi dare".

La Regione che ha più fondi, avrà più supplenti; perciò al Sud mancano i docenti in aula. Questo principio consente al Ministro di cogliere l’occasione per lavarsene le mani, rendendo capillare l’organizzazione statale dell’istruzione, così capillare da configurare l’incubo di una scuola privatistica. Lauti finanziamenti alle paritarie sono, infatti, stati elargiti; ma la Gelmini non aveva ipotizzato la "chiamata diretta" dei presidi, alcuni mesi fa? Dove finirebbe quell’ideale assoluto di meritocrazia, ormai da tempo sempre più sfumato nell’Italia clientelare e post-baronale, diremmo anche velinizzata e reality-addicted? Distruggendo gli ideali, distruggendo i grandi sogni, come quelli di cui parla Placido, è facile attuare le più grandi assurdità; a Napoli sono stati assegnati incarichi annuali a insegnanti di educazione fisica invalidi. Davvero una "scuola di qualità"?
 
I sindacati devono lavorare uniti (ma qualcuno è stato ben contento del decreto), devono chiedere soluzioni radicali:

- concorsi (che non si bandiscono dal ’99);

- graduatorie permanenti nazionali, non provinciali;

- piuttosto che riservare a pochi i "contratti di disponibilità", escludendo migliaia di docenti, si diminuiscano i tagli, si tagli da qualche altra parte. Ho amici che devono comprare la carta igienica per i figli iscritti alle scuole primarie; faccio lezioni private a ragazzi che non hanno docenti in aula, eppure non ci sono fondi per assegnare incarichi;

- non si dia la precedenza al candidato più giovane nelle convocazioni per contratti a tempo determinato, sia da graduatorie d’istituto che permanenti; chi da anni lavora, non sia sorpassato dai "nuovi", è antidemocratico;

- si effettuino controlli per evitare che chi ha contratti da 18 ore sulle scuole medie eviti di aggiungere altre ore (illegali) su altre classi di concorso, rimediate nelle scuole paritarie, al fine di passare i punti alle scuole superiori;

- si sospendano i docenti (molti già di ruolo) accusati di aver presentato certificati di abilitazione falsi, finché non sia provata la loro (presunta) innocenza; il caso è avvenuto a Napoli;

- si pretenda che i supplenti a tempo determinato ricevano lo stipendio dopo un mese di servizio, non dopo circa due mesi, quando va bene; riguardo ad arretrati e ferie maturate, qualcuno per un servizio prestato a marzo ha ricevuto gli "arretrati" a ottobre;

- si ponga un limite alle "assegnazioni provvisorie" (ogni docente di ruolo in una sede può chiedere un temporaneo trasferimento in altra sede); quest’anno molte delle assegnazioni provvisorie hanno occupato posti che potevano essere destinati ai precari;

- ultimo punto (ma ho riassunto parecchio, limitandomi alle questioni essenziali): si ponga fine alla squallida consuetudine dei "passaggi di ruolo".

Chi ha insegnato sempre in una scuola primaria o media e ha raggiunto il ruolo ne sia contento, ma non chieda di insegnare alle secondarie superiori, togliendo il posto a chi per anni ha insegnato lì, quindi è certamente più idoneo. Credo che per oggi possa bastare. Anzi forse no.

Il 23 settembre 1985 moriva Giancarlo Siani. Ricordiamo l’esempio di chi si batteva con coraggio per diffondere idee e informazione. E ricordandolo, sforziamoci di trovare sempre il coraggio di difendere un principio. Ricordandolo, teniamo sempre vivo il desiderio di dire la verità. Talvolta non è gradita, né semplice, ma di solito è pura.

Commenti all'articolo

  • Di pv21 (---.---.---.180) 25 settembre 2009 18:24

    Tutto vero e degno di attenta riflessione. Se la scuola è quella che è lo dobbiamo alle continue riforme che ogni nuovo Ministro ci ha regalato. Al di là delle dichiarazioni pompose questa volta si pensa ad una "cura dimagrante". Si dovrebbe invece parlare di Rigenerazione della Scuola come riaffermazione di valori ed obiettivi che coinvolgano docenti, studenti e famiglie se ... (questo ed altro => http://forum.wineuropa.it

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