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Il caso Google. Gli ultimi sviluppi: e-mail di giornalisti stranieri violate

Nuovo colpo di scena in questa intricata vicenda. E’ possibile che un dipendente di Google sia stato complice involontario dell’attacco hacker.

La dichiarazione è giunta tramite George Kurtz, che lavora presso McAfee. Negli ultimi giorni McAfee è riuscita ad isolare una porzione della sequenza di attacco che ha colpito numerose compagnie americane. Quello che risulta evidente è che è stata abbandonata la strategia di colpire a caso; è stato scelto piuttosto un obiettivo ben preciso, la persona giusta. La tecnica è sempre quella del phishing. Inviare a tecnici e-mail o messaggi personali contenenti un link malevolo. Attraverso un bug di Explorer poi gli hacker erano in grado di prendere possesso del computer. Il sospetto che involontariamente un impiegato di Google possa avere agevolato il lavoro dei criminali informatici, è stato sollevato anche dalla stessa Google, che ha sottolineato come questa sia una procedura normale nel corso di questo tipo di indagini.

Email di giornalisti stranieri violate da hacker cinesi


Intanto lo scandalo sembra assumere proporzioni più ampie, con la denuncia da parte di alcuni giornalisti stranieri che i loro account di posta sarebbero stati violati, in un caso simile a quello degli attivisti cinesi.

La sede di Foreign Correspondents’ Club in Cina ieri ha inviato una e-mail ai suoi membri avvisandoli che almeno due uffici a Pechino hanno visto violare i loro account di posta su Gmail, con la posta che veniva forwardata verso account sconosciuti. Le modalità sono molto simili a quelle che abbiamo riportato alcuni giorni fa.

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