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Grazie Roma (per il rispetto della legge)

Perché il rispetto della legge in Italia non viene perseguito con la naturale applicazione delle sanzioni come in tutti i paesi civili?

Da qualche tempo nella nostra capitale sono comparsi dei manifesti che, in modo simpatico, invitano i tassisti a essere “più onesti e più trasparenti” e gli albergatori “più disponibili e cortesi”. Non è passato tanto tempo da quando la richiesta esosa, di un figurante vestito da centurione, ha fatto notizia. Non tantissimo dal conto particolarmente salato presentato ad una comitiva di turisti giapponesi (comprensiva di mancia generosa). Semplici fenomeni di (mal) costume?

Osserviamo una notizia apparentemente di altro genere: gli Stati Uniti offrono ai contribuenti che hanno portato capitali all’estero e si autodenunciano una riduzione delle sanzioni e, nella maggioranza dei casi, la garanzia di non subire procedimenti penali. Questo vuol dire che non ci sono sconti sulle imposte dovute, a differenza dello scudo fiscale italiano, che prevede un versamento con un’aliquota fortemente ridotta.
 
Qualche domanda da lasciare nel vento.

Perché il rispetto della legge in Italia non viene perseguito con la naturale applicazione delle sanzioni come in tutti i paesi civili?

Perché abbiamo bisogno di fare sconti e condoni per far pagare le tasse a chi ha evaso?

La Moral Suasion dei manifesti è l’arma più efficace per ottenere un comportamento dignitoso nei confronti dei turisti?

Ci è chiaro che chi opera nei servizi turistici contribuisce sensibilmente all’immagine che i visitatori si fanno della nostra società?

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