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Gli USA cercano di imbrigliare i banchieri o almeno di farlo credere...

 

Proprio come accadde nella la crisi del ’29 gli USA cercano di imbrigliare i banchieri, i grandi delle assicurazioni e gli operatori finanziari.

La Federal Reserve avrà molti più poteri per controllare le fluttuazioni dei mercati e le operazioni più ardite, mentre i gruppi finanziari più grandi saranno controllati e monitorati da un unico soggetto capace di evitare “follie” finanziarie destabilizzanti.

Gli USA vogliono evitare che in futuro si ripresentino situazioni incontrollabili come quelle che hanno dato inizio all’attuale crisi iniziata, o meglio manifestatasi, nel settembre 2008.

Le numerose proposte dell’amministrazione Obama hanno fatto storcere il naso a non pochi operatori finanziari di alto livello, hanno però ottenuto un rapido consenso nella cittadinanza che spaventata da quanto accaduto necessita di sapere che in futuro non rischierà ancora di veder svanire i propri risparmi. Gli USA hanno bisogno di nuova fiducia nel sistema ed Obama cerca di infonderla con questi provvedimenti.

La questione però potrebbe essere più simbolica e volta a far ripartire il sistema che reale, poiché in un mercato finanziario globale come l’attuale ricorrere a regolamentazioni “regionali” non può garantire il corretto funzionamento del sistema finanziario.

Solo regole condivise a livello internazionale e istituzioni di controllo transnazionali possono in qualche modo frenare la tendenza alla deriva degli attuali sistemi finanziari.

Comunque le seppur non coordinate azioni intraprese in giro per il mondo per cercare di regolamentare il mercato sono un segno della volontà di cambiamento suscitata dallo spavento che ha generato la crisi, ma il cambiamento sarà simbolico e “demagogico” o reale e profondo?

Purtroppo anche in questo caso si ha l’impressione che la lezione non sia stata poi presa più di tanto sul serio e che si cercherà di ripristinare il sistema ante crisi, con tutte le storture che conosciamo, piuttosto che rivedere alla base le regole del capitalismo. Nonostante le tante promesse fatte dai governi, si ricordino le parole di Tremonti in merito, per punire i responsabili della crisi, la verità è che sono stati condannati solo alcuni capri espiatori già fuori dal sistema;  il 90% dei top manager di gruppi bancari ed assicurativi coinvolti negli scandali finanziari è rimasto esattamente al proprio posto.

La sensazione è che non si farà altro che cercare di infondere fiducia nei risparmiatori e nei cittadini in modo da spingerli a investire e soprattutto a riprendere ad acquistare a debito. Quindi potrebbe accadere che non cambierà assolutamente nulla di concreto rispetto al passato e che le storture del sistema verranno rinviate a tempo interminato e quindi si ripresenteranno con una nuova crisi, che in tal caso sarà molto più grave e profonda dell’attuale.

Cercare di “rinforzare” il castello di sabbia del sistema finanziario con una mano di bianco potrebbe dimostrarsi molto pericoloso nel medio periodo. 

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