Giochiamo alla guerra
Una spesa prevista di 16 miliardi di euro per acquistare 131 cacciabombardieri Jsf-F35: circa 270 euro a testa per tutti i cittadini, compresi i bambini appena nati. Per giocare alla guerra, si sa, i soldi si trovano sempre. Quei soldi che non ci sono per finanziare provvedimenti sociali in tempo di crisi. Ma del resto l’acquisto di questi aerei non è una questione solo italiana, ma riguarda tutta la Nato ed è previsto da anni.
Il problema è che nei Paesi occidentali le lobby militari sono potenti e ampiamente compromesse con la politica, quindi i mezzi d’informazione non dicono mai esattamente quello che stanno facendo. Infatti la campagna pacifista di questi giorni contro l’assurdo acquisto di questi aerei è stata tranquillamente ignorata dalla quasi totalità dei mezzi d’informazione e persino in rete ha uno spazio molto inferiore a quello che meriterebbe, semplicemente perché nella popolazione manca la sensibilità per capire quanto sarebbe importante informarsi e nel caso opporsi a decisioni che vengono prese in modo completamente antidemocratico.
Perché l’industria della guerra marcia felice fianco a fianco con la sua principale alleata, l’industria del petrolio e del gas. Che tipo di mondo farebbe salire alle stelle i già enormi profitti degli uomini che dominano queste industrie? Un mondo che continua a inquinare, che continua a combattere per il petrolio, un mondo sempre più devastato dai cambiamenti climatici, che precipiterà nella guerra per la sopravvivenza, combattuta con armi terribili. Il sogno segreto di chi governa il mondo dietro le quinte, il più terribile incubo dell’umanità.
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