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Ggil: un milione di posti di lavoro a rischio fino alla metà del 2010

La Cgil prevede per l’Italia un autunno nero sul fronte dell’occupazione. A lanciare l’allarme è il segretario confederale Agostino Megale: “Purtroppo il nostro Paese, rispetto ai segnali di rallentamento della recessione economica di Stati Uniti, Francia e Germania, con il suo Pil a -6% nel 2009, rischia un impatto sull’occupazione in autunno molto pesante”.
Da un lato ci sono i banchieri centrali che mandano messaggi di ottimismo. Dall’altra i segnali negativi, che ancora si accumulano sui tavoli degli addetti ai lavori. Il fallimento della ottantunesima banca americana e Le stime negative della Cgil.
 
“La situazione è grave”, dice il segretario confederale Agostino Megale. “L’autunno sarà pesante. Per allora scadranno molti trattamenti di cassa integrazione ordinaria senza che il governo abbia accolto la nostra richiesta di estensione da 52 a 104 settimane”.
 
"Il passaggio del tasso di disoccupazione dal 6,3% al 9,4% del 2009 ed al 10,3% nel 2010 porta tra gli 800mila ed un milione di posti di lavoro a rischio alla meta’ del 2010" aggiunge Megale, sulla base delle stime dell’Ires, l’Istituto di ricerche economiche.


Il segretario confederale Megale chiede «un clima unitario» a Cisl e Uil «per incalzare meglio il governo».

 
Anche nel mondo imprenditoriale c’è la sensazione che i prossimi saranno "mesi difficili". Il direttore generale di Confindustria, riconosce come "un fatto positivo che nella generalità dei Paesi industriali si sia arrestata la caduta e ci sia qualche segnale di ripresa". Ma le aziende, prosegue, "si troveranno nei prossimi mesi in una situazione di grandissima difficoltà, pertanto è cruciale concentrarsi sugli strumenti di sostegno al reddito per i lavoratori e sugli strumenti di sostegno finanziario per le imprese".

Sindacati e imprese sembrano sostanzialmente d’accordo nel chiedere al governo nuovi sforzi a sostegno della crescita. Su questo punto sarà decisivo l’esito del dibattito che sta maturando all’interno della Cgil. La quale, da ferrea oppositrice dell’accordo firmato da Cisl, Uil e Confindustria ora sembra disponibile, a certe condizioni, ad aprire una trattativa.

"Dobbiamo trovare un punto di convergenza", spiega il segretario Cisl Raffaele Bonanni. "Le aziende sono stremate, da un anno e mezzo tirano avanti, non assumono e sono sottocapitalizzate. La strada da seguire è tasse zero sul salario di secondo livello".

Il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, ammette che "siamo in ginocchio e non sarà facile tornare ai livelli di prima".

Mentre Federconsumatori e Adusbef stimano che, nello scenario delineato dalla Cgil, per le famiglie a reddito fisso si prospettano minori entrate per 980 euro all’anno con un’ulteriore ricaduta in termini di contrazione dei consumi.

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