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France Telecom, i suicidi non si fermano

Ventiquattro vittime da febbraio dell’anno scorso. La sinistra chiede le dimissioni immediate dell’amministratore delegato Didier Lombard. Lui: "Ora stop alla mobilità". Manifestazioni spontanee a Lione e Bordeaux: "Basta col management del terrore"

Continuano a togliersi la vita i dipendenti di France Telecom. Le vittime sono 24 soltanto dal febbraio dell’anno scorso, più altri quattordici che hanno tentato di farlo. L’ultimo caso è quello di Jean-Paul, 51 anni, che il 29 settembre si è gettato da un viadotto sull’autostrada vicino ad Annecy, città dell’Alta Savoia vicina al confine con la Svizzera. “È stato vittima di uno spostamento che lo ha fatto crollare”, ha detto la vedova denunciando “le sofferenze sul lavoro” del marito. Dopo un breve corso, infatti, l’uomo era stato trasferito da una mansione gestionale a un call center in cui lavorano persone molte più giovani di lui e, secondo le denunce della vedova, non avrebbe retto alla depressione causata proprio dal demansionamento. Prima che il caso raggiungesse le pagine dei giornali c’è voluta l’escalation del fenomeno la scorsa estate, adesso pare che l’azienda abbia deciso di scrivere la parola fine alla mobilità.

LAVORATORI IN PIAZZA A LIONE E BORDEAUX. Manifestazioni spontanee con dipendenti di ogni età e livello si sono tenute il 30 settembre in diverse città della Francia. A Lione 550 persone si sono radunate in tarda mattinata davanti alla direzione territoriale del gruppo, dove hanno affisso uno striscione con la scritta “Il management del terrore è finito”. “La direzione – ha detto un sindacalista durante il presidio – conosce bene le due ragioni principali della sofferenza sul lavoro: la mobilità imposta e gli obiettivi personali; entrambi infatti sono stati sospesi ad Annecy”. Anche a Bordeaux circa 300 dipendenti hanno manifestato per chiedere la fine delle ristrutturazioni. “Il personale non ne può più – ha sottolineato Marie-Françoise Lanuc, rappresentante di Force Ouvriere –. La gente è scesa in strada per mostrare che il malessere a France Telecom non è una moda, come dice il nostro presidente, ma è profondo. Sono 19 anni che si ristruttura, i dipendenti sono sfiniti”.


STOP ALLA MOBILITA’ DEI QUADRI. L’annuncio è arrivato pochi giorni fa direttamente dall’amministratore delegato dell’ex monopolio pubblico delle tlc, Didier Lombard, dopo un incontro con i sindacati ad Annecy-le-Vieux, luogo dell’ultimo suicidio. “L’azienda – ha detto – mette fine a livello nazionale al principio di mobilità dei quadri ogni tre anni”. Il manager ha anche assicurato che il pacchetto di proposte dei delegati del personale di Annecy verrà preso nei negoziati a livello nazionale sullo stress sul lavoro a France Telecom. Intanto da Parigi il ministro del Lavoro, Xavier Darcos, chiede a Lombard di accelerare “i negoziati per la prevenzione dei rischi psicosociali” in azienda. Dopo le pressioni ricevute dal governo, infatti, l’azienda francese si era già impegnata il 15 settembre ad adottare metodi di gestione del personale “più umani” per interrompere la “spirale infernale di suicidi”. Ma Lombard aveva detto che non era possibile, come chiedevano i sindacati, mettere fine alle ristrutturazioni dall’azienda che conta 102.000 dipendenti.

SOCIALISTI E COMUNISTI: LOMBARD SI DIMETTA. I deputati comunisti e socialisti hanno chiesto le dimissioni del presidente e l’istituzione di una commissione d’inchiesta, mentre il segretario generale dell’Ump (la maggioranza di destra) Xavier Bertrand ha detto che Lombard ha “agito bene” e che le sue dimissioni non sono all’ordine del giorno. Quanto ai sindacati, reclamano il blocco di ogni tipo di ristrutturazione per tutta la durata dei negoziati in corso e non solo fino al 31 ottobre come promesso dalla direzione a fine agosto. Cinque gruppi di lavoro si riuniranno a partire da giovedì sulla “organizzazione del lavoro, le condizioni del lavoro, l’equilibrio vita privata-vita professionale, gli organismi rappresentativi del personale e le regole della mobilità”.

ALL’ORIGINE DEI PROBLEMI. La privatizzazione iniziata nel 1997, insieme alla rivoluzione tecnologica degli ultimi anni, hanno sconvolto i punti di riferimento dei lavoratori di Ft. Solo tra il 2006 e il 2008 ci sono state 14mila “mobilità interne” verso settori considerati prioritari (Adsl, cellulari, funzioni commerciali). Con un’età media di 46 anni, eredi di una cultura del servizio pubblico, i dipendenti sono stati sottoposti a una logica di redditività che aveva poco a che fare con il periodo in cui hanno cominciato la loro carriera in azienda. È da tempo che i sindacati denunciano quello che definiscono – traduzione letterale – un “management attraverso lo stress”, ovvero una strategia destinata a costringere all’uscita il personale.

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