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Fiori e schiavitù

Care teste di capra, cosa rappresentano i fiori per voi? Per gli scienziati sono un insieme di clorofilla, cellule e di elementi azotati; per la gente è una stupenda immagine di felicità o di rammarico e soprattutto, per la donna, è lo specchio del sentimento dove plasma tutta la sua dolcezza. Regalare i fiori a voi donne è sempre un buon rimedio per riparare agli innumerevoli torti che facciamo.

Ma per tante persone, i fiori rappresentano violenze, sciagure, sfruttamento, stupri, danni ambientali e mi scuso se guasto il quadro idilliaco iniziale ma questa globalizzazione mi ha rovinato il gusto di assaporare le poesie di un Neruda quando riesce a comporre dei versi bellissimi traendo ispirazione dai fiori.

Provate ad andare ad un fioraio qualsiasi, anzi ancora meglio da un ingrosso e richiedete ad esempio una bella confezione di rose ma di produzione italiana, rimarrete stupiti quando vi diranno che non ci sono, o meglio che sono talmente poche e molto costose. Si perchè i fiori provengono quasi totalmente dal Kenya e paradossalmente costano meno dei fiori di San Remo.

L’industria dei fiori rappresenta una delle principali entrate finanziarie per il Kenya dopo il turismo, ma rappresenta anche la peggiore realtà di sfruttamento delle donne che lavorano in condizioni senza una minima sicurezza, senza nessuna garanzia sindacale, dove molte di loro muoiono di malattie contratte dai forti pesticidi e tante di loro vengono addirittura violentate. Per questo motivo costano pochissimo e invadono il mercato dei fiori, qui in Italia il novanta percento dei fiori che compriamo provengono dal Kenya e da paesi asiatici.

E non finisce qui!



Sicuramente sapete che le guerre attuali non si fanno più per il petrolio, ma principalmente per un bene più importante: l’Acqua. Non a caso su 1,2 miliardi di persone che ufficialmente non hanno accesso all’acqua potabile, più di 400 milioni sono africani. E non a caso l’associazione americana Food and Water Watch, ha proposto di organizzare una campagna a favore del risanamento del grande lago keniano Nashia, in via di prosciugamento a causa dello "sfruttamento predatore" di cui è stato oggetto in questi anni da parte delle industria dei fiori, in particolare delle imprese olandesi.

E allora se vogliamo regalare o ricevere un fiore, coltiviamolo.

Ma voi adorabili teste di capra mi direste anche di ricorrere all’altra alternativa, ovvero di comprare fiori di produzione italiana. E anche qui sono costretto a non darvi ragione perchè anche nella nostra civilissima Italia, numerosi "rispettabili" imprenditori, fanno lavorare nelle serre molti stranieri non in regola e per questo motivo ricattabili. Si perchè sono costretti a lavorare dentro le serre senza protezioni e respirare pesticidi e fitofarmaci, quindi molti di loro contraggono malattie respiratorie e alcuni, a lungo andare, anche tumori.

Ma non esistono, sono clandestini. Questa è la realtà che c’è dietro un semplice mazzo di fiori: violenze di tutti i tipi.

Non vogliamo solo il pane, ma anche le rose. Pulite però!

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