• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Economia > Fiat. Un miliardo di euro per Opel

Fiat. Un miliardo di euro per Opel

Ammonterebbe a un miliardo di euro l’offerta fatta da Sergio Marchionne al governo di Berlino per acquisire il marchio Opel, secondo quanto affermano fonti sindacali della casa automobilistica di Russelsheim.
La cifra è stata indicata da Rainer Einenkel, responsabile del consiglio di fabbrica dello stabilimento di Bochum. 

Al termine dell’incontro tra l’ad Fiat, Sergio Marchionne, e i vertici economici del governo di Angela Merkel, il ministro dell’economia tedesco Guttenberg ha dichiarato che "l’offerta di Fiat è interessante, ma nessuna decisione verrà presa nel futuro immediato", aggiungendo poi che "il governo tedesco è aperto a qualunque ipotesi di trattativa con altre case automobilistiche", a cominciare dalla casa automobilistica austro-canadese Magna, a patto che si mantengano i livelli occupazionali attuali di Opel, e che venga inoltre preservato lo stesso marchio.

A quanto pare i ministri economici della Merkel hanno ricevuto proprio in tal senso delle rassicurazioni da parte del Lingotto, mentre abbastanza scettici sembrano i rappresentanti sindacali tedeschi.

Si stima che per uscire da questa crisi Opel avrebbe bisogno di finanziamenti statali per una cifra pari a 6 o 7 miliardi di euro, e nel breve termine servirebbero almeno 3,3 miliardi: quindi l’offerta Fiat sembrerebbe al momento inadeguata senza un aiuto del governo di Berlino.

In un’intervista al Financial Times, Marchionne afferma che "da un punto di vista ingegneristico ed industriale quello tra Fiat e Opel sarebbe un matrimonio perfetto".

E’ dal 2004, cioè dal fallimento dell’intesa con Gm, che l’attuale ad Fiat chiede di scorporare la divisione auto del Lingotto dalle altre attività produttive, Iveco in testa, ed il momento potrebbe essere arrivato.

Marchionne vorrebbe, secondo il Financial Times, chiudere la transazione entro la fine di maggio, per poi arrivare alla costituzione di una nuova società, Fiat/Opel, entro la fine dell’estate con l’eventuale quotazione del nuovo colosso automobilistico nascente in borsa.

Sarebbe un’operazione da 80 miliardi di euro di fatturato all’anno, con una produzione complessiva di 6/7 milioni di veicoli.

Nascerebbe quindi un colosso che si avvicinerebbe molto agli standard produttivi della stessa Volkswagen: ed è proprio questo tipo di concorrenza che preoccupa i sindacati ed i partiti di opposizione tedeschi.

La famiglia Agnelli perderebbe il 30% della sua partecipazione azionaria in Fiat, e la stessa Gm diverrebbe azionista di minoranza in Fiat-Opel.



Sempre secondo il FT, Marchionne chiederebbe agli undici stabilimenti in Italia e ai dieci in Germania di offrire alla nuova compagnia garanzie sui prestiti.

<< Se riuscirà a superare gli ostacoli politici e le barriere dell’antitrust, il nuovo gruppo vedrà convolare i dieci impianti di Gm in Europa, ubicati in buona parte nell’europa settentrionale, e gli undici della Fiat in Italia: essi formeranno una fabbrica pan-europea che, insieme a Chrysler, si proporrebbe come attore di primo piano in Europa, America settentrionale e America latina>>. (FT)

Sul fronte americano invece i tempi si sono allungati, nonostante le dichiarazioni del Presidente Usa, Barack Obama, per il quale strategica ed indispensabile è per la compagnia di Detroit l’alleanza con la casa di Torino.

Obama si è scagliato anche contro gli Hedge Fund che di fatto hanno impedito l’accordo Fiat-Chrysler gia il 30 di aprile, e che ha comportato per Detroit la procedura prevista dal Chapter 11, che significa bancarotta pilotata ed amministrazione controllata.

Obama ha attaccato duramente i creditori minoritari della casa di Detroit affermando che avrebbero voluto che i debiti di Chrysler fossero stati pagati dai contribuenti americani: mentre il presidente Usa è dalla parte dei lavoratori.

Le procedure previste dalla legge americana dovrebbero chiudersi tra 30-60 giorni: la nuova Chrysler sarà gestita in quest’arco di tempo da un consiglio di amministrazione composto da nove membri, di cui tre nominati da Fiat.

Tutti i beni di Chrysler saranno ceduti ad una Newco la quale assegnerà, al termine delle procedure previste, il 20% delle quote azionarie, del capitale e dei diritti di voto a Fiat, la quale potrà stipulare accordi industriali con Chrysler.

La compagnia italiana potrà poi acquisire un ulteriore 15% del capitale, ed avrebbe poi un’opzione per l’acquisto di un ulteriore 16% (opzione esercitabile dal primo gennaio 2013 fino al trenta giugno 2016) raggiungendo così il 51% del capitale della nuova società.

Alla fine lo stesso Marchionne ha dichiarato che l’anno prossimo lascerà la carica di vice-presidente non operativo di Ubs, proprio per dedicarsi in pieno agli impegni che lo attendono.

Commenti all'articolo

  • Di Frattaglia (---.---.---.129) 5 maggio 2009 18:35

    Mamma mia.... Marchionne dovrebbe condurre "Affari tuoi". Ogni decisione è un pacco abnorme.

    L’unico che al momento ha fatto l’affare è Obama (e le banche americane). Adesso tocca alla Merkel.... c’è solo da sperare che gli altri capi di stato non siano così furbi come loro.

  • Di Cristiano Fantinati (---.---.---.141) 12 maggio 2009 11:30

    Con i nostri soldi, quelli della cassa integrazione e degli incentivi, si compra opel, scrocca altri soldini alla Merkel e poi con la scusa della sovrapposizione del segmento di mercato, strozzerà gli operai sia italiani che tedeschi.
    Basta andare indietro nel tempo per notare che Fiat, subito dopo i periodi di cassaintegrazione è sempre partita in tromba con nuovi investimenti e aquisizioni varie, oppure vendite record.

    sempre con i nostri soldi.


Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares