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Fiat, Chrysler, Opel. Piech: "Tre corridori claudicanti per una lunga maratona"

"Nessuno si può aspettare il record del mondo da tre corridori claudicanti che si apprestano a fare una lunga maratona". In questi termini si è espresso il presidente del consiglio di controllo di Volkswagen, nel corso della presentazione in Sardegna della nuova Polo.

Laconiche le parole di Piech rispondendo ai giornalisti che gli chiedono un’opinione in merito ai tentativi del Lingotto di raggiungere un accordo di fusione con Opel, ed in merito alla conclusione della trattativa con la Chrysler: "Tre malati in un letto non fanno una persona buona".

Parole che non lasciano spazio ad altre interpretazioni: Volkswagen non teme la concorrenza di una nuova casa automobilistica che potrebbe nascere nel caso in cui la strategia dell’ad Fiat, Sergio Marchionne, dovesse risolversi in un accordo definitivo tra tutte e tre le case automobilistiche.

Almeno questa sembra essere la strategia di comunicazione di Volkswagen.

Anche se a dire il vero qualche preoccupazione in merito alla concorrenza che la casa tedesca dovrebbe affrontare, avendo a che fare con un nuovo colosso con una capacità produttiva di 6/7 milioni di veicoli all’anno e con un fatturato che, secondo le prime stime, ammonterebbe ad 80 miliardi di euro, è trapelata soprattutto nelle parole degli esponenti politici molto vicino allo stesso cancelliere Angela Merkel. 

Le preoccupazioni, in queste ore, arrivano soprattutto dal versante sindacale, sia italiano che tedesco.

Ieri si è tenuta un’assemblea che ha visto protagonista in Germania i sindacati tedeschi ed esponenti sindacali di Fiom, Fim e Uilm, preoccupati per il mantenimento dei livelli occupazionali.


Nette sembrano essere agli occhi, ed alle orecchie, di esperti analisti del settore le parole dello stesso Marchionne il quale ha più volte ribadito la necessità di sacrifici, in termini occupazionali.

In breve si tratta di valutare quali siti produttivi devono essere "ridimensionati", e l’indice sembra essere stato puntato subito in direzione degli stabilimenti italiani di Pomigliano e di Termini Imerese.

Da tempo a Pomigliano gli operai lavorano all’incirca una settimana al mese, e proprio ieri la stessa Fiat ha comunicato una nuova tornata di cassa integrazione per i lavoratori dello stabilimento di Mirafiori: il provvedimento dovrebbe riguardare tra le 150 e le 250 unità.

Lo scontro sembra essere alle porte, tanto è vero che sabato le tute blu scenderanno in piazza a Torino per protestare contro le scelte aziendali: protesta alla quale parteciperà anche la Fismic, da sempre ritenuta vicino alle posizioni aziendali.

Le organizzazioni sindacali, inoltre, da tempo chiedono al governo un incontro, un tavolo comune al quale discutere di scelte di politiche aziendali le quali, a questi livelli, dovrebbero interessare la stessa politica economica.

Questa volta i lavoratori potrebbero essere lasciati completamente da soli, anche a causa dell’inerzia e la staticità di un esecutivo che non appare in grado di offrire soluzioni precise.

Questa volta non si tratta di slogan o di proclami, questa volta il governo ha una bella gatta da pelare e sta dimostrando tutta la sua incapacità nello gestire scelte e decisioni che potrebbero aumentare, e non di poco, la precarietà nella quale sono costrette a vivere migliaia di famiglie.

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