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Dov’è finito il Berlusconi del 1994?

Propongo questo post di Alfredo Cantera come sintomatico di un cambiamento avvenuto di recente tra le file di coloro che avevavo dato fiducia al Berlusconi della rivoluzione liberale del 1994 e che ora si coprono delusi, come già successo al sottoscritto...

Sto cercando Berlusconi ma non lo trovo più.

Berlusconi ha vinto nel 1994 con le idee di una rivoluzione liberale ed antistatalista e sull’onda del federalismo già allora ormai maturo nella gente del nord . Dopo lo stop ed il ribaltone ha rivinto nel 2001 ed anche un anno e mezzo fa con maggioranze parlamentari “bulgare” di oltre 150 deputati e senatori in più delle sinistre

Oggi ha una maggioranza che se la sognava anche De Gasperi, un asse forte con Bossi garantito da Tremonti unico ministro economico.

L’opposizione è inesistente, i comunisti ed i verdi fuori dal parlamento, i democratici ancora scioccati dall’abbandono di Veltroni a scannarsi far loro od occuparsi di gossip e calzini turchesi.

Di Pietro irrilevante sui temi economici sbraita con populismo inservibile.

Mai nella storia del nostro paese le mie idee sono state così vicine dall’essere concretizzate , quando ricapiterà un simile miracolo? Eppure lo stanno sprecando, e stanno deludendo i fautori del cambiamento.

Il grande assente è la questione fiscale della parte produttiva del paese.

La Banca del sud sarà un carrozzone per piazzare politici meridionali di secondo piano così che non facciano il partito del sud.

Infatti, come Luigi Einaudi scrisse, le banche debbono essere «senza aggettivi», devono fare le banche e non einaudi2essere condizionate da altri fattori. La banca del Sud, realizzata con la regia delle Poste italiane, non nasce per iniziativa privata (se ci fosse un motivo economico, l’avrebbero già fatta da tempo ), ma dallo Stato che fa da balia con i soldi pubblici, dando luogo a un ibrido.

Per il sud servirebbe una No Tax Area, che attirerebbe investimenti privati e consentirebbe di rinunciare agli aiuti di Stato e comunitari. Meno tasse, meno sovvenzioni, più libertà economica. E così facendo anche meno criminalità organizzata dentro l’economia

Ieri la Banca del Mezzogiorno. L’altro ieri il ponte sullo Stretto. Il giorno prima, l’abolizione delle province che passa in cavalleria. La liberalizzazione dei servizi pubblici locali che si assottiglia, la riforma delle pensioni che si allontana, i sussidi alla Fiat che s’ingrossano, e via elencando. Il grande assente è sempre la questione fiscale.

Oggi si aggiunge la notizia di un altro regalo a Catania che è ormai fallita ed ha ricevuti altri 140 milioni di fondi pubblici addirittura destinati ad attività inesistenti o invendibili.

Ora basta, la misura è colma anche per chi come me è interessato principalmente all’economia ed è disposto a fregarsene del gossip ed anche a credere che la magistratura ce l’abbia con lui per partito preso ( la maggioranza dei P.M. sono comunisti dell’infornata degli anni ‘70, quindi gente frustrata e vendicativa per la rivoluzione mancata ).

Ma ora basta: dov’è finito il Berlusconi che chiamava immorale un prelievo superiore a un terzo della ricchezza prodotta?

E che ci sta a fare la Lega, se i suoi parlamentari alzano disciplinati la mano quando si tratta di irrorare il Sud di soldi pubblici, ma sono incapaci di portare a casa quella boccata d’ossigeno di cui la Padania ha dannatamente bisogno? E i manifesti che hanno fatto la fortuna elettorale del Carroccio, il Nord gallina dalle uova d’oro e il Paga e taci somaro lombardo? Il paradosso è che non c’è mai stato, sulla carta, un governo più nordista di questo eppure pare orientato ad occuparsi e male del sud.

Dovevano spendere meno e meglio per il sud e rispondere al nord. Meno tasse e più semplici.

Come Ronald Reagan e Margaret Thatcher.

Il Nordest oggi è in un momento di rallentamento semplicemente perché il sistema Italia non ne ha sostenuto la crescita, che è stata anche tumultuosa, ma certamente di grande vitalità.Democrazia liberale

Ad esempio, i nostri imprenditori all’estero vanno allo sbaraglio perché non hanno il supporto su cui possono contare i concorrenti tedeschi o francesi. L’italia è un paese, poi, che non ha promosso la ricerca, l’innovazione, quindi le piccole e medie imprese che da sole non possono farcela, sono svantaggiate dal punto di vista della concorrenza e della competitività.

E poi la giustizia è da riformare profondamente, invece si è data l’idea di occuparsi di giustizia per altri motivi.

Le banche non aiutano le piccole e medie imprese e Tremonti mi sembra il “sor tentenna” che chiacchiera di rivoluzioni oppure di complotti ma che di concreto non ottiene nulla per chi produce.

Tra il 2001 ed il 2006, niente riduzione, niente liberalizzazioni, nessun taglio alle spese pazze della P.A. ma solo colbertismo, la difesa degli ordini professionali, l’attacco alle compagnie aeree low cost, e la difesa dei forestali, per fare alcuni esempi. Sui diritti civili, sono venuti il no ai pacs, una legge sulle droghe per mettere in galera i ragazzi per qualche spinello, un tenace no ai pacs, e l’approvazione di una legge illiberale come la legge 40.

L’incapacità di intervenire sulle imposte è pura omissione di soccorso, visto lo stato precario in cui versa il tessuto produttivo del paese, ma anche e soprattutto un cedimento molto vicino al tradimento.

Secondo la Banca mondiale, l’Italia è il centotrentacinquesimo paese al mondo per semplicità del sistema fiscale: non basta rapinarti, vogliono anche che tu affoghi sotto inutili carte in triplice copia

Io ho 38 anni e lavoro nell’ufficio legale di una sede abruzzese di una grande azienda multinazionale.

Sono sempre stato un liberale classico e guardo agli States come mio riferimento politico e culturale e quindi difendo la sfera di autonomia del singolo dalla invadenza delle istituzioni.

Per questo la gente ha votato Berlusconi.

Ma ora sono deluso e vederlo occuparsi solo di stronzate rotolandosi su se stesso mi fa capire che non è il fuoriclasse che credevo, invece di Kakà ci siamo ritrovati con Gattuso, per di più zavorrato, e con tutto il rispetto, non è la stessa cosa.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.99) 22 ottobre 2009 13:15

    bell’articolo....semplice, chiaro e giustamente motivato.

  • Di Il Gufo (---.---.---.155) 22 ottobre 2009 15:23

    "Io ho 38 anni e lavoro nell’ufficio legale di una sede abruzzese di una grande azienda multinazionale."

    Finalmente ho capito chi vota Berlusconi.
    Chi sognava Reagan e la Tatcher, sponsor assoluti della "magia del mercato", una deregulation fanatica ed insensata, basata sulla più grande fesseria mai spacciata per vera negli ultimi 30 anni: gente che vede la mano invisibile, il dominus supremo che miracolosamente fa ticchettare il sistema come un orologio svizzero.
    Strano che ci credeva nelle favole abbia votato il pifferaio di Hamelin...

  • Di mediolungo (---.---.---.221) 22 ottobre 2009 17:05

    ti stupisci che gli elettori di berlusconi siano persone che producono? So bene che voi sinistri vorreste farci tutti uguali , tutti scansafatiche bamboccioni a casa col nonno e la sua pensione
    ma per fortuna in Itaia c’e’ gente che produce ricchezza e non chiacchiera sulle spalle degli altri
    certo voi avete la vostra base socilae nei cassaintegrati e vi stupite ...
    io credo di stupirmi piuttosto per questi repentini cambi di opinione che non tengono conto delle condizioni date, del constesto incredibile in cui silvio è stato ed è costretto a lavorare
    intanto oggi ci si appresta ad abbassare l’IRAP che in queste condizioni è una tassa assurda
    silvio ce la farà passata la buriana del complotto
    del resto senza di lui vedo solo tasse ed imbarbarimento

  • Di (---.---.---.99) 22 ottobre 2009 17:12

    a sentire che mentre parli del presidente del consiglio lo chiamo "silvio".....non sò perchè ma a me vengono i brividi!! bbbrrrrrrrrrrrrrrrr......................................

  • Di pv21 (---.---.---.99) 22 ottobre 2009 20:09

    Suggerisco la lettura de Il Barbiere ed il lupo che racconta come si costruisce il consenso sulla paura. Cosa succede quando l’interesse privato oscura l’appartenenza alla comunità. Dove si può arrivare correndo dietro alle parole. C’è anche il rovescio della medaglia. La "febbre" del Tribuno dice come si cerca di imporre (a tutti) le proprie regole e debolezze. (questo e altro => http://forum.wineuropa.it

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